Cerca

camorra

«Ecco i broker del clan Amato-Pagano»

Scampia, spuntano i verbali inediti del collaboratore Errico D’Ambrosio

«Ecco i broker del clan Amato-Pagano»

NAPOLI. È il pentito, tra quelli legati agli Amato-Pagano, che più ha aiutato gli inquirenti nell’ultima inchiesta sul clan degli (ormai ex) “scissionisti”. Ma non ha solo: Errico D’Ambrosio è anche l’ultimo in ordine di tempo ad essere passato dalla parte dello Stato e così ha svelato inediti collegamenti tra narcotrafficanti e contribuendo a disegnare le nuove rotte dello stupefacente. Il collaboratore ha parlato di numerosi broker di droga, a cominciare da Raffaele Imperiale e del suo braccio destro Bruno Carbone (nelle foto).

Con la premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria, ecco alcuni passaggi delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia rese ai pm della Dda. Nel corso dell’interrogatorio del 26 gennaio scorso Errico D’Ambrosio ha affermato di aver conosciuto esponenti del gruppo Della Monica, definito il “gruppo Dubai” avendo come fornitori esclusivi Raffaele Imperiale e Bruno Carbone”. Secondo il pentito, il re dei narcos internazionali aveva creato un rapporto stabile con il clan Amato-Pagano e quindi “in caso di problemi, recupero crediti o contrasti, i suoi clienti potevano rivolgersi direttamente ad Antonio Pompilio detto “o’ cafone”. Ho assistito quando i predetti si erano rivolti a Pompilio per questioni di lavoro”.

Errico D’Ambrosio, come lui stesso ha riferito agli inquirenti, si recava all’estero previo accordi con Pompilio per concludere affari di una certa importanza. Infatti il collaboratore di giustizia ha rivelato che “o’ cafone”, diventato il reggente del clan dopo l’arresto di Marco Liguori, aveva dei canali di approvvigionamento della droga in Spagna e in particolare a Malaga, dove D’Ambrosio si recò a trattare con un cerro “Ciak”, un arabo legato a Pompilio, una partita di cocaina boliviana di 45 chili. “Il mio compito”, ha messo a verbale il pentito, era di controllare la qualità della merce. Se il controllo era positivo, installavo il gps nel carico occupandomi personalmente del trasporto”.

Del clan Amato-Pagano nel corso degli anni ha parlato un esercito di collaboratori di giustizia, circa 40 tra cui Antonio Accurso, Giuseppe Ambra, Gaetano Annunziata, Paolo Caiazza, Pasquale Cristiano, Biagio Esposito, Carmine Esposito, Rosario Guarino, Giovanni Iliano, Vincenzo Iuorio, Giovanni Marino, Mauro Marino, Armando Morra, Raffaele Notturno, Mario Pacciarelli, Emmanuele Palmieri, Emanuele Pancia, Pasquale Paolo, Luigi Rignante, Fabio Vitagliano. Ma le dichiarazioni più importanti, ai fini dell’inchiesta, sono quelle degli ultimi a passare dalla parte dello Stato. Errico D’Ambrosio, per esempio, l’8 febbraio scorso ha parlato della piattaforma “Matrix” dopo aver raccontato al pm antimafia che dopo essere stato scarcerato per questioni economiche si era limitato a fare da intermediario per l’acquisto di partite di stupefacente, concludendo affari per il gruppo Bartiromo. Il collaboratore di giustizia, prendendo visione di una chat mostratagli dagli inquirenti, ha riconosciuto ilo nickname di Antonio Pompilio, “Flauto”.

“Ho mantenuto contatti con le chat presenti su “Matrix”, cui partecipavano esponenti delò gruppo Amato-Pagano tra cui Antonio Marrone (“Prince”, “Cicciotto” (“Careca), Errichelli (“Le mans”) e “Benzemà”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori