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lo scandalo al cimitero
06 Gennaio 2025 - 09:08
NAPOLI. A tre anni esatti dal crollo avvenuto il 5 gennaio 2022 i parenti dei 300 defunti non ancora recuperati dalle macerie sono tornati nel cimitero di Poggioreale per protestare contro un sindaco inesistente e le istituzioni che tacciono nella completa indifferenza. Tra le transenne e i cantieri fermi da marzo in un cimitero monumentale dove regna ancora oggi l’incuria e il degrado con nemmeno la presenza di un vigile urbano, un carabiniere o un custode che controlli, una cinquantina di persone si sono riunite armate di striscioni, pale e picconi per esprimere sdegno, rabbia e delusione.
I manifestanti si sono incontrati davanti alla Chiesa Madre, dove è tuttora presente la struttura di lamiera e tende di plastica costruita per ospitare temporaneamente i resti recuperati. Anche qui dopo tre anni nulla è cambiato, le bare di legno sono rimaste in attesa come le salme sotto le macerie «non erano dei cani, erano delle madri, dei figli, dei padri-grida Pina Caccavale, presidentessa del “comitato Crollo 5 Gennaio 2022-insieme per non dimenticare”-non possiamo dimenticarli! Non bisogna dimenticare i problemi dei cittadini, non bisogna abbandonarli e in tre anni per noi Manfredi ci ha abbandonato. La curia gentilmente, con don Mimmo Battaglia, si è messa a nostra disposizione per procurarci dei loculi per dare almeno una dignità alle salme rinvenute e lasciate all’incuria e alla pioggia, ma da un anno la Sovrintendenza ai beni culturali non risponde alla curia, al comune e a noi per riaggiustare 100mila cappelle per ricollegare le salme recuperate.
Un cimitero storico e monumentale di cui la Sovrintendenza se ne frega come il resto di questa città. Da gennaio 2024 i lavori sono cessati per il recupero delle salme, il presidente della Metropolitana diceva che se si ritrovava un accordo con il Comune si potevano riniziare i lavori, ma stiamo a gennaio e da marzo non esiste nemmeno un progetto per rialzare i nostri defunti. Ci parlano di 500mila euro per continuare, una cifra che il Comune potrebbe trovare al posto di Metropolitana, ma si preferisce fare le installazioni in piazza Municipio che ci costano oltre 200 mila euro. Abbiamo fatto gli appalti, gli incontri e a luglio aspettavamo una risposta di quando riprendessero.
Se ci si dimentica dei cittadini si pagano le conseguenze, lo sblocco burocratico non serve a niente, e noi non possiamo aspettare 10 anni, non ci importa di chi è la colpa, che le istituzioni trovassero di nuovo un accordo perché ci sono salme da recuperare e risistemare da tre anni». Tra i pianti e la disperazione i manifestanti si sono recati nell’ area interessata da crollo e per più di un’ora nonostante il pericolo hanno scavato riesumando femori, pezzi di teschio, denti, dita e foto dei defunti che erano collocate sui loculi che non esistono più.
«Ho sette persone sotto quelle macerie-spiega la signora Patrizia Serena-siamo riusciti a recuperare solo mamma perché era in un’urna cineraria con parti delle ceneri andate disperse, ho ancora tutta la mia famiglia. Per intero non potremo recuperarli, ma chiediamo di poter di nuovo dargli una degna sepoltura per riavere la possibilità di deporre un fiore che è l’unico collegamento che ci rimaneva con i nostri cari». «Se entro 15 giorni non avremo risposte saremo di nuovo qua, non ci arrenderemo» grida con rabbia Adele Petrazzuolo.
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