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Camorra
08 Gennaio 2025 - 08:50
Controlli della polizia tra i complessi di edilizia popolare di Ponticelli; nel riquadro il boss detenuto Marco De Micco
NAPOLI. Con la “concorrenza” ormai fuori dai giochi, un unico gruppo criminale ha preso il controllo degli affari criminali nella periferia est di Napoli. Nonostante i capi storici siano da tempo detenuti, il clan De Micco è riuscito negli ultimi mesi a serrare le fila e grazie alla guida di un nuovo reggente si sarebbe imposto come la cosca egemone in gran parte di Ponticelli.
Una strategia portata avanti grazie anche ad alcune paranze di giovanissimi, “specializzati” soprattutto in reati predatori, ma che adesso avrebbero deciso di farsi largo anche nella vendita di stupefacenti: uno dei principali business del clan con base nella zona di San Rocco, insieme all’imposizione del racket ai danni dei negozianti.
Con il rivale clan De Luca BossaMinichini ormai decapitato dagli arresti, la cosca che fino a pochi anni fa era diretta dal boss Marco De Micco (attualmente detenuto e imputato per l’omicidio di Carmine D’Onofrio) avrebbe dunque conquistato il controllo degli affari criminali.
Alcuni focolai di faida restano però ancora attivi e la dimostrazione sembra arrivare dalle recenti incursioni armate registrate nel Parco Conocal, storica roccaforte del gruppo D’Amico “Fraulella”. È qui che il mese scorso sono stati infatti registrati due raid, nell’ultimo senza esplodere colpi d’arma ma soltanto per intimidire i nemici, nel rione Conocal. Dimostrazioni di forza, secondo gli investigatori, da parte del clan De Micco, in guerra con i “Fraulella” dal giorno dell’omicidio di Vincenzo Costanzo “Ciculill”, agguato compiuto clamorosamente durante i festeggiamenti per la vittoria del terzo scudetto del Napoli.
Ma a Ponticelli la fibrillazione è ancora più diffusa: due affiliati di spicco ai “Bodo” sono tuttora latitanti; si temono vendette e un ritorno sulla scena dei De Luca Bossa-Minichini mentre sul quartiere orientale di Napoli si starebbe allungando l’ombra dei Mazzarella, in asse proprio con i “Bodo”.
Dalle ultime informative della forze dell’ordine alla procura antimafia emergerebbe un’ipotesi inquietante: l’omicidio di Massimo Lucca, zio di un ras emergente dei D’Amico, segnerebbe una svolta nella guerra di camorra. Il clan De Micco, sospettato di aver organizzato e attuato l’agguato, avrebbe colpito un uomo che non partecipava alla vita camorristica per lanciare un segnale inequivocabile al vero bersaglio dell’offensiva dei “Bodo”: il reggente del gruppo del “Conocal”.
A Ponticelli quindi, la situazione resta molto tesa e il quartiere continua a essere nell’occhio del ciclone, dimostrandosi ancora adesso il più “caldo” di Napoli. Gli accordi tra i clan presenti sul territorio (De Micco, D’Amico, De Luca Bossa-Minichini, Casella) durano poco e si trasformano in disaccordi. Mentre proseguono le ricerche di Giuseppe Perrella e Fabio Riccardi, ricercati per l’inchiesta sulla vendetta dei “Bodo” in seguito al pestaggio in carcere di un affiliato agli alleati De Martino “Xx”. Un episodio per il quale gli altri due indagati sono stati arrestati lo scorso 15 novembre.
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