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Benzinaio ammazzato a Ponticelli, aveva denunciato il suo aguzzino

Vendetta trasversale: Enrico Capozzi aveva accusato un uomo dei De Micco

Benzinaio ammazzato a Ponticelli, aveva denunciato il suo aguzzino

NAPOLI. Aveva precedenti di polizia ma attualmente non partecipava ad attività camorristiche e lavorava gestendo una pompa di benzina Enrico Capozzi, 36enne parente dei Sarno di Ponticelli, ucciso ieri sera nel Parco Merola nel corso di un agguato organizzato secondo gli investigatori dal clan De Micco. Questa pista, non l’unica comunque, è stata subito imboccata dagli investigatori della Squadra mobile della questura accorsi sul luogo dell’omicidio e all’Ospedale del Mare, invaso da un centinaio di persone, tra parenti e amici, in uno stato di fortissima tensione ma senza che siano stati aggrediti medici né con danni alle strutture.

Il sicario era uno solo e il movente più probabile starebbe nella denuncia che la vittima presentò nel 2023 contro un giovane ras dei “Bodo” accusandolo di estorsione. Enrico Capozzi, classe ’88, figlio di una cugina dei Sarno, dopo la morte improvvisa della moglie l’estate scorsa, usciva raramente e non era un bersaglio facile anche se Tant’è vero che i sicari hanno agito sorprendendolo all’altezza del civico 32 di via Aldo Merola, di fronte alle palazzine in cui abitava, nel rione delle case nuove assegnate. In quel momento era solo e stava tornando a casa trovandosi a un centinaio di metri, almeno così emergerebbe dalle prime testimonianze, e inutile si è rivelata la corsa all’ospedale.

Due colpi, uno alla schiena e l’altro a un fianco, lo hanno condannato a morte nonostante gli sforzi dei medici del pronto soccorso. Ntorno alle 20 e 15 il 36enne stava camminando quando l’assassino l’ha affiancato, sparandogli da mezzo metro. Lui si è girato, ma era troppo tardi per tentare la fuga. Coordinate dalla procura antimafia, le indagini dei poliziotti della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura partenopea (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso) avrebbero imboccato in particolare una pista: la vendetta del clan De Micco per la denuncia nei confronti di un esponente di spicco dei “Bodo” e in contemporanea un avvertimento diretto ai nostalgici dei Sarno che potrebbero riunirsi intorno a qualche boss eventualmente di ritorno a Ponticelli dopo anni di esilio in località protetta.

Com’è noto da Ciro Sarno a seguire quasi tutti i fratelli con precedenti penali si sono pentiti passati in maniera convinta dalla parte dello Stato. Enrico Capozzi, classe 1988, aveva precedenti per associazione e usura con legami da giovane con i Sarno. Poi era uscito volontariamente dal giro e si era messo a lavorare occupandosi dei suoi tre figli rimasti orfani di madre. E’stato anche parte offesa in un processo per estorsione contro il clan De Micco denunciando un presunto estorsore in un processo condotto dal pm Antonella Fratello L’ipotesi alternativa, al momento ritenuta improbabile e quindi non tenuta in considerazione, condurrebbe a scenari di contrasti per vicende vecchie. Così come la possibilità che abbia ricevuto richieste di “pizzo” alle quali si sarebbe opposto. Nulla lo lascia pensare, almeno al momento.

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