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14 Gennaio 2025 - 09:18
NAPOLI. Faida tra le nuove leve della mala delle Case Nuove, la procura antimafia lancia l’affondo e per la paranza di giovani aspiranti ras del clan Marigliano invoca cinque condanne di consistenza assoluta. A rischiare grosso saranno soprattutto i presunti capi della gang, oltre che i responsabili del tentato omicidio di Nicola Giuseppe Moffa, per i quali il pubblico ministero ha invocato pena fino a 20 di reclusione. Queste, nel dettaglio, le richieste di condanna avanzate ieri mattina dal pm Sepe nel corso della requisitoria: Angelo Esposito, 4 anni e 6 mesi di carcere; Gennaro Leone, 18 anni; Giuseppe Marigliano, 18 anni; Ovalle Jennssi Ortega, 20 anni; Antonio Sorrentino, 6 anni.
Il processo, che si sta celebrando con la formula del rito abbreviato, riprenderà il 12 febbraio, quando cominceranno le discussioni del collegio difensivo. Salvo inattesi colpi di scena, i cinque imputati rischiano però di andare incontro a condanne tutt’altro che soft. Mossi da una furia cieca avevano imbracciato un fucile d’assalto e hanno sparato all’impazzata tra la folla ferendo due persone. Poteva essere una strage e solo per una pura casualità non lo era stata. La fuga del commando di sicari che a gennaio dello scorso anno ha fatto fuoco in via Antonio Toscano, nel cuore delle Case Nuove, è durata molto meno del previsto. Dopo pochissimi giorni la polizia aveva fatto irruzione in un appartamento nei pressi di via Nuova Poggioreale e bloccato tutti gli otto occupanti dell’abitazione.
Il raid poteva avere conseguenze a dir poco tragiche. Uno degli ottanta proiettili calibro 9x21 esplosi dalla paranza ha infatti centrato alla gamba il 18enne della zona Nicola Giuseppe Moffa. Un secondo colpo vagante ha invece ferito al gluteo la 68enne Adele V. Le indagini sul micidiale raid sono arrivate però a una svolta in tempi pressoché record. Analizzate le immagini registrate dalle numerose telecamere della zona e raccolte alcune voci confidenziali, la polizia è infatti riuscita a ricostruire la fuga del commando. I killer, subito dopo il raid, si sono infatti dileguati scappando in direzione di Poggioreale: proprio qui, intorno alle 4 del mattino, otto sospettati, tutti di età compresa tra i 20 e i 35 anni, sono statati stanati dagli investigatori della Mobile.
Gli imputati dovevano a vario titolo rispondere del possesso di numerose armi fa fuoco, reato aggravato dal metodo mafioso. Marigliano e Ortega sono stati invece inquadrati come i responsabili del tentato omicidio del rivale Nico Moffa e dell’innocente Adele V. Lo stesso Moffa, pochi giorni dopo, era finito in manette con l’accusa di aver sparato a Ciro Vecchione e alla fidanzata. Un raid micidiale, innescato dalla sete di vedetta per un precedente agguato, risalente ad aprile 2021, ai danni di Roberto Murano Junior, figlio di Roberto Murano, esponente di spicco del clan Contini, e dello stesso Nicola Moffa. Una faida senza esclusione di colpi, che ancora oggi, nonostante i tanti arresti eseguiti, continua periodicamente a infiammare la zona.
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