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la prof arrestata per abusi
14 Gennaio 2025 - 14:17
CASTELLAMMARE. L’arresto dell’insegnante dell’Istituto “Catello Salvati” di Castellammare di Stabia, accusata di presunti maltrattamenti, violenza sessuale e corruzione di minore su alcuni bambini, segna la fine di un incubo per Michela, mamma di uno dei piccoli coinvolti. Suo figlio, già fragile a causa di una rara patologia metabolica, la MADD (Multiple Acyl-CoA Dehydrogenase Deficiency), ha vissuto mesi di sofferenza in silenzio, mentre lei cercava di capire cosa stesse accadendo. «Era cambiato, nervoso, chiuso in se stesso. Non voleva andare a scuola e rifiutava perfino di farsi abbracciare. Mi dicevo che fosse per la malattia, ma non avrei mai immaginato che stesse subendo qualcosa di così terribile».
Il momento della verità è stato straziante. «Quando le altre mamme mi hanno avvisata che i loro figli avevano iniziato a parlare e che c’entrava anche mio figlio, gli ho chiesto di nuovo. Lui ha abbassato lo sguardo e lì ho capito. È stato come se mi mancasse la terra sotto i piedi». L’insegnante, incaricata di sostenere bambini fragili come il suo, è accusata di comportamenti che Michela definisce devastanti. «Mio figlio ha già sofferto tanto per la sua malattia, che gli richiede cure costanti e una vita fatta di restrizioni e attenzioni mediche. La scuola doveva essere un rifugio, non un luogo che aggiungesse altro dolore».
Michela esprime anche amarezza per come la scuola avrebbe gestito la situazione. «Abbiamo denunciato, abbiamo chiesto aiuto, ma nessuno ci ha ascoltati. Nemmeno la preside ci ha mai chiamati per capire cosa stesse accadendo. Ci siamo sentiti soli, abbandonati, come se fossimo noi dalla parte del torto». Ora che l’insegnante è stata arrestata, per Michela e suo figlio la strada verso la serenità è ancora lunga. «Da giorni non dorme. Lo trovo sveglio nel cuore della notte, terrorizzato, che mi dice che sogna ancora lei. È una ferita che non si chiuderà da sola. Stiamo già organizzando un percorso con uno psicologo, perché è urgente aiutarlo».
Nonostante il dolore, Michela trova la forza di ringraziare chi le è stato vicino. «Non ce l’avrei mai fatta senza l’avvocato Antonio de Martino. È stato il nostro sostegno più grande, ci ha aiutato a trovare il coraggio di andare avanti. Non smetterò mai di ringraziarlo». Ora, però, lancia un appello. «Spero che questa vicenda serva a cambiare qualcosa. La parola di un bambino non può essere ignorata o considerata una bugia. La scuola deve essere il primo luogo in cui i nostri figli si sentono protetti, non traditi».
Il pensiero di Michela si rivolge infine ai bambini coinvolti. «Vorrei che qualcuno chiedesse scusa. Non a noi genitori, ma a loro, ai bambini. Mio figlio mi ha detto: “Mamma, perché nessuno mi crede?". È una frase che non dimenticherò mai. Ora voglio solo che torni a sorridere, che torni a vivere la sua infanzia. Dopo tutto quello che ha passato, è quello che si merita».
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