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Il caso "cala la pasta"
15 Gennaio 2025 - 09:10
L’indagine sul caso è stata condotta dai poliziotti della Squadra mobile; nel riquadro l’emergente ras Emmanuele Marigliano “’o nano”
Assomiglia sempre di più al Vaso di Pandora l’inchiesta sull’aggressione all’esterno del ristorante “Cala la Pasta” in via dei Tribunali. A distanza di due anni e mezzo, dopo che i principali responsabili sono stati arrestati e condannati in primo grado grazie a un’indagine a tempo di record della polizia, resterebbero da identificare ancora alcuni complici del gruppo entrato in azione per impedire che Gennaro Vitone fosse identificato come il centauro piombato facendo un “cavallo” sul tavolino occupato dai turisti argentini. Leggendo l’ordinanza di custodia cautelare che ha inferto un duro colpo al clan Marigliano delle Case Nuove, infatti si apprende che c’erano altri giovani insieme con Patrizio Bosti junior, Giorgio Marasco, Luigi Capuano ed Emmanuele Marigliano, ultimo indagato in ordine di tempo nella vicenda. In sostanza, almeno una decina di giovani vicini al gruppo ContiniBosti e molto solidali erano presenti in via Tribunali in quel drammatico pomeriggio del 15 maggio 2022. Tutti ritenuti responsabili materiali e morali dell’aggressione, con i fatti e le parole, ai due amici argentini in visita a Napoli. Ma poiché per alcuni di essi non è stato possibile accertare se abbiano materialmente agito o semplicemente assistito alla scena mentre i complici alzavano le mani minacciando le vittime, l’inchiesta è ormai chiusa a meno di colpi di scena al momento improbabili. Anche se per la procura con Emmanuele Marigliano “’o nano” c’erano altre persone da identificare. Sono stati i poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Alfredo Fabbrocini, oggi questore, vice questore Luigi Vissicchio) a condurre le indagini culminate nel provvedimento restrittivo emesso dal gip del tribunale su richiesta della Dda. Tutto era cominciato nel tardo pomeriggio del 15 maggio, quando Gennaro Vitone ha perso il controllo della sua motocicletta che è finita tra i tavolini del ristorante prendendo in pieno Veronica Carrasco intenta a servire i clienti, moglie del titolare in quel momento all’interno. A un tavolo c’erano 3 amici argentini in vacanza a Napoli, tra cui Carlos Bertossi colpito al volto dalla ruota della Enduro nera. Per consentire la fuga a Vitone e assicurargli l’impunità rispetto al reato di lesioni stradali, in suo aiuto è intervenuto un gruppo di amici e conoscenti che ha aggredito verbalmente e minacciato sia il titolare che lo chef per indurli a farsi i fatti propri. L’aggressione è scattata nei confronti dei due amici di Carlos, Manuel Roberto Veniselo e il fratello Daniel, che cercavano di evitare che il motociclo fosse portato via. Secondo gli inquirenti (ferma restando la presunzione d’innocenza fino a eventuale condanna definitiva) Manuel fu picchiato da Patrizio Bosti e minacciato con un coltello da Marasco mentre Capuano minacciava il gestore Raffaele Del Gaudio, mollandogli uno schiaffo, e il fratello Danilo: «Tu cucini e va’ a cucinà». Altri avrebbero partecipato al lancio di tavolini e sedie.
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