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La storia

Rosa, una pizzaiola in un mondo maschile

Da quando era piccola sognava di fare questo mestiere. Nella realtà ha dovuto sgomitare con tanti colleghi

Rosa, una pizzaiola in un mondo maschile

Rosa Giordano

NAPOLI. Rosa Giordano, classe 1996, è una delle più giovani, e delle pochissime, pizzaiole partenopee. Sin da bambina aveva un unico sogno: fare dell’arte della pizza un mestiere. Di pizzaiole donne se ne contano sulle dita di una mano poiché nell’immaginario collettivo è sempre stato considerato come un mestiere da uomo. La sua è quindi una storia di resilienza, di chi ha dovuto sgomitare per emergere tra centinaia di colleghi uomini riuscendo a superare anche i loro soprusi.

Rosa, da quanto tempo sei nel settore?

«Da 15 anni. Mi sono diplomata all’alberghiero ed ho iniziato a lavorare in una nota pizzeria napoletana. Ma non mi hanno permesso di imparare a fare la pizza e sono andata via per fare dei corsi e lavorare al nord».

Qual è stato il tuo percorso?

«Ho lavorato a nero, mi sottopagavano. Prima facevo la cameriera e mi pagavano 35 euro al giorno. Al pizzaiolo ne davano 110. Da lì ho capito che era una cosa che mi piaceva e avrei voluto farlo anch’io. Così ho cominciato a studiare per imparare questo mestiere».

Com’è fare la pizzaiola?

«Sembra facile ma non lo è. Ogni giorno c’è sempre qualcosa da imparare. È un lavoro molto sacrificato che porta a trascurare la famiglia ma io mi sono innamorata di questo mestiere e non mi pesa».

Si vedono più uomini che donne fare questo mestiere. Perché?

«Tanti anni fa, chi voleva imparare un mestiere, andava a fare l’aiuto di un pizzaiolo. Si imparava sul campo, l’impasto si faceva ad occhio. Poi è nato lo studio ed è diventata una questione più teorica»

Hai notato che il costo di una pizza, da sempre considerata un piatto del popolo, sta aumentando?

«Sì, perché aumenta anche il costo delle materie prime e i costi legati al mantenimento di un locale. Poi, c’è chi fa lievitare i prezzi per il “nome” e per me è sbagliato».

Hai mai avuto problemi relativi al gender gap?

«Purtroppo sì. Quando portavo i curriculum, tra me e un uomo di 40 anni che pretendeva 2mila euro mensili, sceglievano lui. Forse perché sono donna e sono giovane ma non significa che io non sia valida. Durante il lavoro, si nascondevano per non farmi vedere come facevano l’impasto e anche durante le gare hanno provato a sabotarmi mettendo più sale nel mio impasto per bloccare la lievitazione».

Eppure nell’immaginario comune la pizza è donna. Basti pensare al film con Sophia Loren...

«Sophia Loren ha interpretato una pizzaiola procace. Si tratta di ignoranza maschile nel mondo della pizza. Io non incarno quello stereotipo ma il mestiere è lo stesso. Di fatti, i clienti mi guardano con ammirazione»

Vorresti imprendere in un’attività tutta tua?

«Sì, proprio ieri sono andata a vedere un locale ma tra tasse e spese, ho paura che l’attività non decolli»

È solo questo il tuo timore?

«Sì. Non voglio essere presuntuosa ma credo di avere tutte le capacità. Ho studiato e col sudore della mia fronte ho raggiunto tanti risultati».

Cosa avrebbe la pizzeria di Rosa Giordano che un’altra pizzeria non ha?

«Io non voglio puntare sul turismo. Sono per il popolo e per me aprire un’attività sarebbe un atto di riscatto dopo tutte le angherie che lavorativamente ho subito. Vorrei coltivare una clientela affezionata che abbia il desiderio di andare a mangiare la pizza da Rosa per la qualità ma soprattutto perché Rosa è stata ambiziosa, resiliente e sogna anche di notte la sua pizzeria».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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