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21 Gennaio 2025 - 08:52
NAPOLI. Il Tribunale di Napoli ha emesso una sentenza storica in materia di inquinamento acustico, accogliendo il ricorso presentato da dieci residenti di piazza Bellini e zone limitrofe contro il Comune di Napoli stabilendo anche un risarcimento di duecentomila euro per i dieci ricorrenti che hanno subito, in questi anni, rumori molesti fino all’alba. La decisione impone all'amministrazione comunale di intervenire per far cessare il superamento dei limiti di rumorosità nelle abitazioni, sia nelle ore diurne che notturne.
La pronuncia si allinea con l'orientamento già consolidato in numerosi Tribunali del Nord Italia e recentemente confermato dalla Corte di Cassazione, rappresentando una significativa vittoria per il Comitato Vivibilità Cittadina nella sua battaglia per la tutela della salute dei cittadini. «Questa sentenza riconosce finalmente il grave danno alla salute subito dai residenti. Ci auguriamo che il Comune di Napoli si attivi tempestivamente per tutelare non solo i diritti dei dieci cittadini che hanno avuto il coraggio di intraprendere questa battaglia legale, questo è scontato, ma di tutti i residenti che vivono questo gravissimo disagio» ha dichiarato a caldo Gennaro Esposito presidente del comitato e attivista che da anni si batte per una movida “tranquilla” dove divertimento non sia una parole che lede la tranquillità dei residenti e il loro diritto ad una vita a misura d’uomo.
La decisione è arrivata con una sentenza che il comitato stesso e i residenti delle zone interessate dalla Movida fracassona ha definito storica. sentenza numero 204, firmata dal giudice monocratico Anna Maria Pezzullo. Il dispositivo dispone la condanna del Comune di Napoli, e soprattutto il suo intervento per far cessare le immissioni di rumore in piazza Vincenzo Bellini e zone limitrofe, adottando tutto quanto il suo potere per riportare le immissioni entro la soglia della normale tollerabilità, anche mediante l'interdizione dell'uso di strumenti musicali amplificati, tamburi, bonghi ed ogni altra attrezzatura idonea alle emissioni acustiche utilizzati senza previo ottenimento dell'autorizzazione da parte del Comune nel rispetto del piano di zonizzazione acustica nonché anche mediante la predisposizione di un servizio di vigilanza con l'impiego di agenti comunali, nonché anche mediante l'installazione di strutture fonoassorbenti o fonoriflettenti che agiscano sulla via di propagazione del rumore. In poche parole niente più musica in piazza, niente più storidimenti fino alle ore piccole o all’alba. Stop a tamburi, bonghi e tamburelli.
Inoltre il Comune dovrà risarcirle i dieci residenti che hanno fatto ricorso per oltre 200mila euro per i disagi patiti in questi anni. Per il tribunale è stato “leso il diritto al riposo e alla vivibilità nelle proprie abitazioni”. per cui hanno diritto a 33 mila euro a testa. Ma non è l’unico ricorso presentato al tribunale per Movida Molesta. Ad aprile dello scorso anno era stato presentato un ricorso d'urgenza al tribunale per richiamare il Comune di Napoli al ripristino delle regole. A farsi portavoce del malcomune furono i cittadini della zona di Cisterna dell'Olio che da anni subivano il disagio della convivenza notturna con oltre 30 locali aperti in poche centinaia di metri nelle stradine tra piazza Dante e piazza del Gesù. In prima linea sempre il comiato per la Vivibilità il quale evidenziò un Comune inadempiente nell’applicazione della normativa. «La salute pubblica spiegò allora Gennaro Esposito, è garantita come diritto inviolabile dall'articolo 2 della Costituzione e la sua garanzia prevale su qualsiasi interesse commerciale».
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