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Suona il citofono, è un sicario: 23enne ferito a colpi di pistola

Notte di sangue al Pallonetto Santa Lucia, Ciro Lamaire centrato a una gamba

Suona il citofono, è un sicario: 23enne ferito a colpi di pistola

NAPOLI. Una scena da film cult sulla mafia americana: il citofono che suona con l’invito alla vittima. «Scendi, devo parlarti», ma in strada non si discute: un pistolero è già pronto ed esplode un solo proiettile. Così, ieri notte, è stato ferito un 23enne noto alle forze dell’ordine ma senza legami con la criminalità organizzata e frequentazioni alla Torretta: Ciro Lemaire, napoletano del Pallonetto Santa Lucia. A carico ha precedenti di polizia minimi (nessuna condanna, va precisato) e almeno per il momento il contesto in cui gli investigatori della Squadra mobile della questura e del commissariato San Ferdinando si stanno muovendo di più non si collega a guerre di camorra. L’ipotesi privilegiata invece è quella di uno “sgarro” maturato in ambienti della microcriminalità.

La dinamica dell’agguato però, sembrerebbe di stampo camorristico: quindi chi ha sparato non sarebbe l’autore di un gesto isolato ed estemporaneo. Passata da poco la mezzanotte di ieri, Ciro Lemaire era in casa quando ha suonato il citofono. Secondo la ricostruzione compiuta dagli investigatori, lui non ha aperto il portone d’ingresso del palazzo ma è sceso, probabilmente conoscendo l’interlocutore e non temendo nulla. Poco dopo si è sentito il rumore di un colpo di pistola e a terra è rimasto il 23enne, centrato da un colpo di pistola alla gamba destra. L’autore del ferimento rapidamente è fuggito in sella a uno scooter mentre arrivavano i soccorsi. Poco dopo il giovane è arrivato in ambulanza all’ospedale dei Pellegrini, dove i medici lo hanno curato e giudicato guaribile in una trentina di giorni.

Le indagini sono partite immediatamente e vengono condotte, con il coordinamento della procura ordinaria, dai poliziotti della sezione “Antirapina” della Squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Fusco) e dai colleghi della squadra giudiziaria del commissariato San Ferdinando (dirigente Emilio Basile). Investigatori esperti che conoscono bene il territorio e hanno subito escluso l’ipotesi di una guerra di camorra con epicentro al Pallonetto Santa Lucia. Da qualche anno in zona, dopo i colpi inferti al clan Elia, la fibrillazione negli ambienti criminali è diminuita pur rimanendo il gruppo ancora il più forte. Nel tratto di strada in cui si è consumato l’agguato a Ciro Lemaire non ci sono telecamere e quindi immagini sulla sparatoria difficilmente saranno acquisibili dai poliziotti, anche se c’è sempre la speranza di un video amatoriale che potrebbe essere consegnato o girare: è difficile, ma non impossibile.

Oppure dalla strada, in forma anonima potrebbe filtrare qualche notizia utile alle indagini. Meno probabile invece che un testimone si faccia avanti. A terra la scientifica ha trovato un bossolo di medio calibro e nessuna altra traccia. Non è chiaro cosa, e se, il pistolero abbia detto a Lemaire prima di sparargli. Quest’ultimo avrebbe molte amicizie nella zona della Torretta e soprattutto da quelle parti si sta concentrando l’attenzione dei poliziotti.

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