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Camorra
22 Gennaio 2025 - 08:43
Nei riquadri gli imputati Francesco Pio Valda, i fratelli Luigi e Giuseppina ed Emmanuel Aprea
NAPOLI. Prima pesante condanna per il 21enne ras Francesco Pio Valda, già a processo con l’accusa di essere l’assassino dell’innocente Francesco Pio Maimone, il giovane pizzaiolo anni ucciso con un colpo di pistola la notte tra il 19 e il 20 marzo 2023 a Mergellina.
A Valda, in questo caso imputato per associazione mafiosa in quanto ritenuto il capo del cartello Aprea-Valda, il gup Rossetti ha inflitto 15 anni e 4 mesi di carcere, riconoscendo l’esistenza del gruppo camorristico. Condanne per lo stesso reato anche per parenti e amici di Francesco Pio Valda, alcuni imputati a vario titolo al processo per l’omicidio di Maimone la cui sentenza è attesa a marzo.
A Giuseppina Niglio, nonna del giovane Francesco Pio Valda, sono stati comminati 9 anni di carcere; alla sorella di Valda, Giuseppina Valda, 9 anni e 4 mesi; Luigi Valda, fratello di Francesco Pio, a 11 anni e 4 mesi; Emmanuel Aprea a 4 anni; 4 anni a Salvatore Mancini; ad Antonio Saiz inflitti 9 anni e 4 mesi; 12 anni e 6 mesi per Pasquale Saiz e a Pasquale Ventimiglia 9 anni e 4 mesi di reclusione.
A coordinare le indagini e il processo è stata il pubblico ministero della Dda Antonella Fratello. Da un lato gli Aprea-Valda, dall’altra i Cuccaro-Ronza. Un anno e mezzo di indagini e la guerra sotterranea di Barra, senza azioni eclatanti ma con ferimenti, bombe e stese, è emersa nitidamente grazie a una serie di intercettazioni a carico soprattutto dei componenti la famiglia retta dal ras Ciro “macchiulella” fino al momento della morte violenta, avvenuta nel 2013.
Tra essi c’è il figlio Francesco Pio Valda, presunto autore dell’omicidio dell’innocente Francesco Pio Maimone. Tra i due clan era in corso da tempo anche una contrapposizione sui social con minacce reciproche. A marzo scorso gli esperti poliziotti della Squadra mobile avevano messo a segno un altro importante colpo, arrestando 11 persone ritenute, avario titolo, legate ai Valda-Aprea. Loro hanno compiuto le indagini, coordinate dalla Dda, eseguendo i provvedimenti restrittivi.
Tra i destinatari figuravano i fratelli Luigi, ritenuto il reggente dell’organizzazione nonostante fosse detenuto grazie all’utilizzo di cellulari entrati illecitamente in carcere, e Francesco Pio.
Ma anche la sorella Giuseppina e la nonna Giuseppina Niglio, in età da pensione ma arzilla e combattiva. Così in carcere sono finiti, o hanno ricevuto dietro le sbarre il nuovo provvedimento restrittivo, Emmanuel Aprea, Salvatore Mancini, Luigi Minichino, Giuseppe Perna, Antonio Saiz, Pasquale Saiz, Pasquale Ventimiglia e appunto, la Niglio e i tre fratelli Valda.
I reati ipotizzati andavano, a seconda delle posizioni, dall’associazione mafiosa al traffico di droga. Sono stati anche chiariti dagli investigatori il tentato omicidio di Ciro Marigliano e alcune azioni di fuoco condotte dal presunto killer di Mergellina. Determinanti ai fini dell’inchiesta e per ricostruire l’organigramma della cosca si era rivelata in particolare un’intercettazione a carico del detenuto Luigi Valda.
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