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Il caso

Giustizia, scoppia la protesta: 400 magistrati lasciano l’aula

Contestata la riforma costituzionale, il guardasigilli: «Non umilio i mie ex colleghi»

Giustizia, scoppia la protesta: 400 magistrati lasciano l’aula

Il momento in cui i magistrati hanno lasciato il Salone dei Busti; nel riquadro il guardasigilli Carlo Nordio durante il suo intervento

NAPOLI. La riforma della giustizia si fa sempre più vicina e la tempesta perfetta si consuma a Napoli durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. L’ultima puntata dello scontro tra il Governo e i magistrati ha per teatro i dipinti cinquecenteschi della Sala dei Busti di Castel Capuano, sede del vecchio tribunale.

Il pomo della discordia è la riforma della giustizia e soprattutto la separazione delle carriere: nei giorni scorsi il primo sì della Camera ha provocato la reazione dell’Anm, che ha invitato a disertare le cerimonie di apertura dell’anno giudiziario alle parole del rappresentante del governo. Cosa che è successa in tutti i distretti d’Italia dove i magistrati, Costituzione in mano e coccarde tricolori, hanno protestato affidandosi anche alle parole di Calamandrei.

A Napoli la protesta si materializza quando il guardasigilli Carlo Nordio prende la parola: è allora che i magistrati alzano al cielo la Costituzione guadagnando l’uscita. Sono oltre 400, tra loro anche alcuni volti noti come gli ex procuratori Antimafia Franco Roberti e Federico Cafiero de Raho. Assente invece l’attuale procuratore Nicola Gratteri rimasto, dice, «in ufficio a lavorare». La sala si svuota per oltre un terzo.

Nordio nel suo intervento cerca il dialogo con i suoi ex colleghi: «Il dissenso è il sale della democrazia - osserva - ma pensare che un ex magistrato come me che è stato per tre anni alla guida dell’inchiesta contro le Brigate Rosse, e ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi, possa avere come obiettivo quello di umiliare la magistratura è improprio».

Di tutt’altro avviso l’Anm: «Le parole del ministro non ci tranquillizzano. I commenti che la politica dà su questa riforma dimostrano al contrario come abbia lo scopo di controllare i pm e le indagini scomode attenuando l’autonomia della magistratura». «Not in my name, non avverrà mai, non con questa riforma costituzionale», la replica di Nordio che si guadagna gli applausi da parte degli avvocati.

«Anche nella mia relazione ho richiamato l’articolo 104 della Costituzione che sancisce il principio fondamentale dell’autonomia e indipendenza del magistrato, è un principio a garanzia dei diritti delle persone, a garanzia delle libertà ed è dunque un principio che deve rimanere», ha dichiarato invece Maria Rosaria Covelli, presidente della Corte d’Appello di Napoli, nel rispondere a una domanda sulla riforma relativa alla separazione delle carriere.

Di tutt’altro tenore l’intervento del procuratore generale Aldo Policastro: «La riforma che allarma tutta la magistratura, perché scardina l’assetto costituzionale del potere giudiziario e in futuro può porne in pericolo fortemente l’indipendenza, è certamente quella costituzionale sulla separazione delle carriere tra requirenti e giudicanti e il doppio Csm con la nomina a sorte dei componenti togati».

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