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Malanapoli

Faida delle Case Nuove, l’ultimo ricercato si consegna

Il 31enne del gruppo Marigliano è sospettato di aver partecipato a una sparatoria il 5 novembre scorso

Faida delle Case Nuove, l’ultimo ricercato si consegna

Nei riquadri gli indagati Antonio Argentino e Luigi Avella

NAPOLI. Ha trascorso le festività natalizie da uomo libero, poi si è consegnato alla giustizia nel carcere di Ariano Irpino. Così è finita nelle scorse settimane la latitanza di Antonio Argentino, 31enne, ultimo del gruppo Marigliano a essere uccel di bosco. Nell’inchiesta culminata in 9 arresti il 20 dicembre scorso è accusato di armi e di aver partecipato il 5 novembre 2024 a una stesa.

Gli investigatori della polizia gli stavano facendo terra bruciata intorno, così come era successo con Luigi Avella, irreperibile il giorno del blitz e intercettato il 23 dicembre nei pressi di casa. Luigi Avella, incensurato, probabilmente pensava che la polizia non lo cercasse proprio là, nei pressi della sua abitazione.

Invece è accaduto il contrario e quella sera Luigi Avella è stato arrestato alle Case Nuove. Era da solo in strada e camminava a passo svelto quando gli investigatori della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura (drigente Giovanni Leuci, vice questore Luigi Vissicchio) lo hanno circondato e bloccato. Il 27enne ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco e ora si trova, come gli altri, nel carcere di Secondigliano.

È accusato di detenzione di armi da fuoco, poi nascoste nel terraneo di via Capasso utilizzato come base dall’organizzazione. Dopo l’arresto di Luigi Avella, incensurato, per chiudere il cerchio agli investigatori restava quindi soltanto Antonio Argentino da assicurare alla giustizia. Pure il 31enne, secondo l’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza per tutti gli indagati fino all’eventuale condanna definitiva, sarebbe uno dei componenti del gruppo capeggiato da Emmanuele Marigliano “’o nano”, resosi autonomo dai Contini ed entrato in contatto con Nicola Rullo e i suoi sodali.

Una guerra andata avanti per circa un anno tra agguati, il più grave dei quali nei confronti di “Nico” Moffa, ferimenti e “stese” Emerge uno spaccato di camorra inquietante dalle carte dell’ordinanza di custodia cautelare che ha inferto un durissimo colpo al gruppo Marigliano (con 7 indagati in carcere e un ricercato).

Innanzitutto perché descrivono, grazie alle indagini della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura, l’attivismo frenetico di Emmanuele “’o nano”, accusato in un colpo solo di tentato omicidio per il caso Frenna, di aver partecipato a una “stesa” ai Quartieri Spagnoli e di aver preso parte all’aggressione nel ristorante “Cala la pasta” ai turisti argentini.

È difeso dall’avvocato Claudio Davino, che assiste anche Renato Siotto. Il tentato omicidio di Raffaele Frenna fu la conseguenza di una rissa tra 10 persone, 5 per parte, in una discoteca di Posillipo. Divisi da una struttura d’acciaio, i componenti dei due gruppi si lanciarono reciprocamente bottiglie di vetro e una di queste colpì, ferendolo alla fronte, un amico di Emanuele Marigliano. Dall’altro lato c’era un cugino di Raffaele Frenna, ma non quest’ultimo che nonostante ciò diventò nella tarda serata dello stesso giorno il bersaglio di una vendetta trasversale.

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