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Il vertice
01 Febbraio 2025 - 12:56
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato un tavolo in Prefettura dopo la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani, che ha condannato l'Italia per non aver protetto adeguatamente i cittadini della Terra dei Fuochi. Durante l'incontro, che ha visto la partecipazione di figure istituzionali e medici ambientali, il prefetto ha sottolineato l'importanza di non considerare la situazione come un «anno zero», ma piuttosto come un punto di partenza per miglioramenti concreti.
Di Bari ha presentato dati sui progressi fatti nel 2024, evidenziando risultati positivi come il sequestro di 176 attività industriali e commerciali, la denuncia di 212 persone e sanzioni amministrative superiori a 4 milioni di euro, con una diminuzione dei roghi di circa il 10%. Ha sottolineato l'importanza di continuare a monitorare e intervenire sul territorio con maggiore incisività, in particolare attraverso l'attivazione di tavoli tecnici e la definizione di aree prioritarie per le bonifiche.
«Sia la sentenza che l'attività nel territorio esige una grande attenzione - ha detto il prefetto - bisogna ripartire con lo stesso metodo ma sempre con maggiore incisività. Questo singifica che saranno presto attivati tavoli tecnici, sarà data una lista di priorità alle aree da bonificare da parte della Regione Campania, come è stato asserito con la disponibilità del vice presidente Bonavitacola».
Il prefetto ha anche promesso misure di controllo rafforzate per evitare sversamenti nocivi e ha ribadito l'importanza di mantenere informate le comunità locali sui progressi e le azioni intraprese, sottolineando che l'attenzione alle problematiche ambientali deve rimanere alta.
La sentenza della Corte europea dei diritti umani sulla Terra dei Fuochi che ha condannato l'Italia don Maurizio Patriciello, la definisce una «sentenza spartiacque tra il prima ad il dopo».
«Sono contento di questa sentenza, era giusto - dice nel corso dell'incontro - Spero che il futuro sarà diverso. Non mi fa piacere che l'Italia che amo abbia fatto una figuraccia davanti all'Europa e non è il momento di fare lo scaricabarile ma sapere che i miei due fratelli, cognati, nipote, i bimbi si potevano salvare mi riempie di sofferenza enorme ma bisogna guardare avanti».
«Anni fa dissi di ascoltare i nostri medici per l'ambiente quando misero a disposizione i loro dati eppure furono vilipesi, questo è stato molto tristi. Se c'è una cosa in tutta questa vicenda che ci ha fatto male e che condannerò sempre sono i negazionisti. E ora è normale che ognuno si assuma le proprie responsabilità» conclude.
Parla di «un'azione criminale che non è affatto statica» e dice anche che ora il problema «si è spostato a Foggia», Antonio Marfella, oncologo e presidente dell'Isde, associazione dei medici per l'ambiente, che oggi ha sollecitato l'incontro sulla Terra dei Fuochi. Da anni combatte su questo tema e punta l'attenzione sui rifiuti industriali.
Chiede di attivare dei “tavoli tecnici" il vice presidente della Regione Campania nonché assessore all'Ambiente, Fulvio Bonavitacola. Tavoli ristretti per capire chi deve fare cosa».
«Il profilo giudiziario e repressivo tocca solo una parte del problema. Le problematiche sono molteplici che ma che convergono su un clima di rilevante gravità» ha sottolineato il procuratore di Napoli nord, Maria Antonietta Troncone. «C'è la necessità di un controllo sulle attività produttive e sul corretto smaltimento dei rifiuti - ha spiegato - la produzione in nero è purtroppo una caratteristica della nostra regione ed è in aumento». Ci sono, poi, i «tombamenti dei rifiuti che appartengono ad epoca storica pregressa anche datata di alcuni decenni però purtroppo, anche a distanza di decenni, gli effetti persistono e questo anche alla difficoltà di bonifica anche da un punto di vista tecnico».
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