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Il rapporto
07 Febbraio 2025 - 08:42
NAPOLI. Il turismo sarà anche quest’anno il principale motore per il Sud Italia. Puglia, Sardegna e Campania sono tra le prime 30 regioni sulle 98 analizzate di Italia, Spagna, Francia e Germania per livello di competitività turistica: ad indicarlo il recente rapporto di Srm di Intesa San Paolo sul turismo nel sud Italia che il testimonia il potenziale del Mezzogiorno come destinazione turistica di rilievo, pur evidenziando la necessità di ulteriori sviluppi per mantenere e migliorare la posizione acquisita.
Il Mezzogiorno ha registrato oltre 86,1 milioni di pernottamenti, rappresentando il 19% del totale nazionale, la permanenza media dei turisti si attesta a 3,5 giorni, un dato che rispecchia un turismo ancora fortemente legato alla stagionalità, con il 76,8% delle presenze concentrate nei mesi estivi.
Questo indica un margine di miglioramento significativo nella destagionalizzazione dell’offerta turistica, per attrarre visitatori ed il cosiddetto silver tourism, durante tutto l’anno. Secondo i dati Istat elaborati dal Centro studi di Intesa Sanpaolo, il Italia il Pil è in grado di generare il 6% del Pil nazionale e se si include anche l’impatto indiretto e l’indotto il contributo arriva complessivamente all’11 per cento.
Il Mezzogiorno ha un ruolo chiave con un Mezzogiorno che contribuisce con un Valore aggiunto di circa il 25% del Pil. Le presenze straniere, infatti, costituiscono il 38,9% del totale, un dato che, sebbene in crescita nel 2025 per effetti del Giubileo, è ancora in fase di recupero rispetto ai livelli pre-pandemia. Questo sottolinea l’importanza di strategie mirate per rilanciare il turismo internazionale che rappresenta una componente cruciale per la crescita del settore.
L’offerta ricettiva del Mezzogiorno mostra segni di robustezza, con una capacità di posti letto pari al 28,8% del totale nazionale. La presenza di strutture di alta qualità è particolarmente significativa nei segmenti a 4 e 5 stelle, che costituiscono il 37,9% dell’offerta alberghiera della regione. Anche le strutture extra-alberghiere rappresentano una parte importante dell’offerta, con il 23,1% del totale italiano.
Il valore aggiunto generato dal turismo nel Mezzogiorno, invece, è pari a 24,9 miliardi di euro, corrispondente al 24% del totale nazionale. E le previsioni per il 2025 sono rosee. Le stime sono incoraggianti, con un previsto pieno recupero delle presenze turistiche rispetto ai livelli pre-pandemia. Si stima una crescita del 2,8% rispetto al 2019, raggiungendo quasi 89 milioni di pernottamenti. La domanda internazionale è attesa in forte ripresa, con un incremento del 4,5% rispetto a due anni fa e valori superiori a quelli precedenti la crisi sanitaria.
In Campania il turismo campano, così come quello in particolare napoletano, è ben posizionato nel contesto europeo ma presenta anche margini di miglioramento. Lo scenario base prevede che venga conservata la situazione attuale, e si ipotizza un 2025 positivo, trainato sempre dal turismo internazionale, al netto di eventuali peggioramenti degli scenari geoeconomici e geopolitici internazionali.
Il nuovo scenario evidenzia un consolidamento della ripresa del settore ma con profonda attenzione ai nuovi driver di sviluppo. In particolare, sarà importante per le imprese investire su obiettivi “Esg e digital”, puntare su formazione e professionalità. Non meno importanti sono, da un lato, le policy a carattere territoriale che tengano conto della capacità del sistema turistico attrattivo della Campania e della città di Napoli e, dall’altro, l’attivazione di politiche di gestione sinergica della governance pubblica per rendere la città sempre più pronta a gestire i flussi, evitando una scarsa sostenibilità della crescita, per favorire il massimo impatto socioeconomico sul territorio.
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