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Il 60% degli studenti ha subito atti di bullismo

Molti docenti impegnati a combattere questo triste fenomeno: iniziative come i contest musicali cui intervengono i calciatori

Il 60% degli studenti ha subito atti di bullismo

NAPOLI. «Ogni giorno mi alzavo agitato. Appena arrivavo a scuola, sentivo le risatine e i bisbigli dietro di me. Camminavo tra i banchi cercando di farmi piccolo, sperando che quella mattina andasse diversamente. Ma non succedeva mai». Matteo (nome di fantasia), 14 anni, frequenta il primo anno di un istituto superiore di Napoli, e sa bene cosa significhi sentirsi un bersaglio. Gli sguardi, le battutine velenose, le chat di classe piene di messaggi in cui il suo nome diventava strumento di presa in giro. Un giorno, durante un'interrogazione, si è bloccato per l'ansia. Qualcuno ha ripreso la scena con il telefono e in poco tempo il video è finito su TikTok e Instagram Stories, con commenti che lo ridicolizzavano. «Il giorno dopo, non serviva nemmeno che mi prendessero in giro direttamente. Bastava lo sguardo di chi aveva visto il video. Tutti sapevano. Ed è stato lì che mi sono sentito davvero solo», racconta.

Nella giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, la sua storia è una delle tante che ricordano quanto sia urgente affrontare il problema. In Campania, secondo il report annuale 2024, sei studenti su dieci hanno subito almeno una forma di bullismo, prevalentemente psicologico e verbale. Il 76% ha assistito ad atti di violenza, ma solo il 46% è intervenuto. Il 60% degli studenti ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di violenza, spesso sotto forma di derisione continua, isolamento o esposizione sui social.

All'Istituto Carlo Poerio di Napoli, una docente di inglese, Maria Curcio, ogni anno organizza un incontro con la Polizia Postale per spiegare ai ragazzi come difendersi dal cyberbullismo. «All'inizio quando parlo vedo nei loro occhi una certa sufficienza racconta alcuni pensano che non li riguardi, altri che sia roba da deboli. Poi faccio una domanda: “Quanti di voi hanno mai assistito a un insulto su un gruppo WhatsApp o su Instagram?”, E lì vedo le mani alzarsi. Allora capiscono che il problema è più vicino di quanto credano».

Per molti insegnanti, la battaglia contro il bullismo è una sfida quotidiana, fatta di piccoli segnali da cogliere e di ragazzi da convincere a parlare. «Il problema è che spesso si vergognano. spiega la collega Rosaria Petrucci hanno paura che denunciare li renda ancora più deboli. Ma il bullo si nutre del silenzio. Se non lo fermi, cresce. E se cresce, ti schiaccia».

A Monte di Procida, nell'Istituto Comprensivo Vespucci, Paola Vigorito, insegnante referente del team contro il bullismo, ha avviato un progetto trasversale. «Abbiamo rilanciato il nostro lavoro con Unicef e il presidente provinciale Montini, coinvolgendo operatori specializzati e promuovendo incontri sull'uso consapevole dei social», aggiunge. Denunciare è il primo passo. Ma per chi è stato ferito, serve anche una strada per ricostruirsi. E qui entrano in gioco lo sport e la musica.

"Alza la Voce", il contest musicale promosso dal Calcio Napoli e da Scabec, la società in house della Regione Campania che si occupa della valorizzazione culturale e della promozione di iniziative a sostegno del territorio. Il contest permetterà ai ragazzi di esprimere le loro esperienze in musica, scegliendo il genere che preferiscono«Perchè il bullismo lo sconfiggiamo solo con il lavoro di squadra. Scendiamo in campo e facciamoci sentire», ha detto capitan Di Lorenzo.

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