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STUDIO KURK

Indebitamento, la Campania sul podio

I residenti nella regione sono secondi solo ai liguri: e molti non riescono a parlarne con familiari e amici

Indebitamento, la Campania sul podio

NAPOLI. Un gran numero di cittadini in Italia convive con il peso di un debito, senza conoscerne le conseguenze. Tra i più indebitati dopo la Liguria (il 55 per cento dei residenti) sono il 46 per cento dei campani. Addirittura il 43 per cento di questi ha più di un debito. Il 78 mette da parte dei soldi, il 68 sostiene di avere difficoltà a rispettare i propri piani di spesa quando si presentano occasioni di spesa d’acquisto inaspettate.

È quanto rivelato dallo studio “Kruk: Giornata Senza Debiti”, che l’esperto del debito ha commissionato ad AstraRicerche. La ricerca esplora, anche in Campania, un aspetto dei debiti che dovrebbe essere preso più in considerazione e cioè quello psico emotivo. Eppure, lo stato d’animo in una situazione economica complessa è fondamentale per risalire la china. Basti pensare a quanto la parola “fiducia” viene detta nel commentare l’andamento dei mercati in finanza.

Secondo lo studio che ha fatto un focus sulla regione anche i cittadini campani, in una situazione di debito, tendono ad accusare non solo le conseguenze economiche ma soprattutto quelle psico-emotive, aggravate in molti casi dal senso di vergogna che costringe le persone ad isolarsi. In poche parole è la seconda regione per debitori in percentuale e in assoluto Kruk Italia, che da 10 anni opera nel Paese anche nei debiti privati, ritiene che è proprio il silenzio il primo limite da superare in una situazione debitoria.

Parlarne vuol dire rendersi conto di non essere solo ed è il primo passo per agire e cominciare a prendere la situazione in mano. Ma la strada da fare per superare questo tabù è tanta: seppur il 46 per cento dei campani ammette di avere un debito, il 42 del campione considera i debiti un tema circondato da silenzio e vergogna e il 46 non riesce a parlarne con gli altri, amici o famigliari, e preferisce tenere per sé questa “macchia”.

L’indebitato si trova di fronte a varie tipologie di conseguenze, che per il 66 per cento sono, come ci si può aspettare, economiche, ma per ben il 59 sono psicologiche, come l’ansia, le conseguenze sulla salute fisica e mentale e il rischio di isolamento, che, se sommate a quelle sociali come la compromissione dei rapporti con i familiari, superano quelle economiche (78 per cento totale). L’impatto sulle proprie condizioni di vita è quindi tangibile su più fronti. Ma quali sono i motivi che spingono gli abitanti della Campania a contrarre un debito, senza sapere ciò che questo comporterà?

Tra le principali ragioni per cui si indebitano vede al primo posto, con il 33 per cento, acquisti importanti per i quali non si hanno liquidità, al secondo posto l’aumento del costo della vita (31), al terzo posto addirittura chi si trova costretto ad affrontare i debiti familiari (18), e subito fuori dal podio un debito contratto per necessità importanti relative alla salute (12).

«Parlare di debiti può essere difficile e spesso le persone non sono nemmeno consapevoli di essere indebitate, basti pensare a chi non sa che la carta di credito è a tutti gli effetti una forma di debito, solo che a un mese di distanza dall’acquisto. E non sono neanche consapevoli delle conseguenze, ormai certe, che possono derivare da debiti non pagati, tra cui l'instabilità finanziaria, le azioni legali e i problemi di credito a lungo termine. Eppure, proprio parlare è il primo passo per trovare una soluzione. In quanto osservatori privilegiati dell’andamento dei debiti, possiamo confermare che i privati che risanano la loro posizione finanziaria non solo possono tornare ad avere accesso ad altri prodotti finanziari, perché considerati nuovamente affidabili; ma ritrovano un maggiore benessere psico-emotivo generale», ha detto Tomasz Kurr, ceo di Kruk Italia.

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