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la denuncia
12 Febbraio 2025 - 09:13
NAPOLI. Danni ambientali, sanitari ed economici sono le gravi conseguenze a cui porterebbe la realizzazione del “Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana” (Praru) di Bagnoli-Coroglio,a cui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministero della Cultura, ha dato il via libera. Per questo, Fondazione Marevivo, Delegazione Marevivo Campania e Greenpeace Italia hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania definendo il decreto “illegittimo” e “idoneo a compromettere gravemente e in modo irreversibile la Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida e l'area marina protetta Parco Sommerso di Gaiola”,scrivono gli avvocati Marone e Fucci,in rappresentanza delle realtà ambientaliste.
Il paradosso è che, elaborato con il dichiarato intento di “riqualificazione ambientale” del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli, il Piano di Invitalia (il soggetto attuatore) vira in direzione diametralmente opposta e prevede l’ampliamento del collettore fognario e la realizzazione di nuovi scarichi fognari di bypass proprio in piena area protetta. In caso di pioggia,fino a 206 metri cubi al secondo di liquami ed acque potenzialmente tossiche di dilavamento urbano finiranno in mare con effetti devastanti su tutto il litorale cittadino, ma particolarmente sul delicato ecosistema marino dell’area protetta e sulla salute dei cittadini napoletani ovviamente.
Lo specchio di mare tra la Gaiola e Nisida è la zona di più alto pregio naturalistico e culturale; ospita scogliere, grotte,vasti banchi di coralligeno e praterie di Posidonia oceanica tutelati dalla “Direttiva Habitat” e dalla “Convenzione di Barcellona” e rientra nella “Rete Natura 2000”, a tutela degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati a livello comunitario.
«È evidente che c'è un grave e assurdo cortocircuito se un piano di Bonifica e Risanamento Ambientale sceglie come area per lo scarico di nuovi scolmatoi fognari proprio la Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida, nonostante le norme a tutela dell’area spiega Maurizio Simeone, direttore dell’Amp Parco Sommerso di Gaiola, che da mesi denuncia i potenziali danni ambientali provocati dal Piano di Invitalia. È una scelta devastante per il mare di Napoli».
«L’impegno di Marevivo per Gaiola è iniziato più di 35 anni fa e ancora continua, abbiamo impiegato 13 anni per far sì che diventasse un’area protetta. Abbiamo avviato una call to action democratica, non urliamo, ci muoviamo seguendo le vie legali convinti delle nostre ragioni – dichiara Rosalba Giugni, presidente Fondazione Marevivo. È inaccettabile come le amministrazioni competenti non abbiano dato alcuna importanza alla tutela del mare prestando attenzione solo alla realizzazione del progetto e dimenticando totalmente la conservazione dell’ecosistema marino. Ancora una volta il mare e le Aree Marine Protette,gli strumenti più validi per tutelare la biodiversità marina,vengono sacrificati agli interessi di pochi» dichiara Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia.
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