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Il processo

Stalking alla ex, condannato il rampollo del clan

Davide Buonocore incassa quattro anni, ma lo zio boss e quattro donne tornano a piede libero

Stalking alla ex, condannato il rampollo del clan

NAPOLI. «O con o con nessun altro». Davide Buonocore, forte della parentela con lo zio ras Roberto Murano, aveva deciso di rendere la vita della ex fidanzatina un inferno. A suo dire, lei non avrebbe mai potuto lasciarlo. Dopo la coraggiosa denuncia della vittima e i sei arresti scattati a giugno scorso, ieri pomeriggio si è concluso il processo di primo grado.

Il giudice del rito abbreviato, il gip Della Ragione, ha però solo in parte accolto la linea della pubblica accusa, disponendo condanne, eccezion fatta per Buonocore, al di sotto delle richieste dei pm. Il gip ha condannato Davide Buonocore a quattro anni di reclusione; lo zio, ras del clan Contini, Roberto Murano, ha rimediato un anno; mentre Stefania Palumbo, Carmela Palumbo, Annamaria Palumbo e Anna Murano, rispettivamente moglie, cognate e figlia del presunto capoclan dei Contini, se la sono cavata con una condanna a due anni con sospensione delle pena.

Tutti, a eccezione di Buonocore, sono così tornati a piede libero. La Procura aveva chiesto cinque anni di carcere a testa per Murano e Buonocore e pene comprese tra tre anni e tre anni e otto mesi per le donne che avrebbero preso parte all’attività di stalking.

I difensori degli imputati, gli avvocati Domenico Dello Iacono e Andrea Imperato, avevano sostenuto che l’accusa andasse però riqualificata in quella più mite di minacce: un punto, quest’ultimo, sul quale il gip potrebbe aver concordato, disponendo pene inferiori a quelle richieste dai pubblici ministeri Lauri e Varone. L’attività investigativa condotta dalla polizia aveva tratto origine dalla denuncia presentata l’8 maggio scorso da una giovane donna relativamente a reiterate minacce nel tempo, molestie ed aggressioni subite dai destinatari del provvedimento restrittivo.

La posizione più grave era quella di Buonocore che nella notte tra il 7 e l’8 maggio scorsi, nonostante si trovasse ai domiciliari per un’altra vicenda, si sarebbe recato con la zia Carmela Palumbo a casa della fidanzata che voleva lasciarlo riempiendola di offese fino a minacciarla: «Appena scendi ti sparo». Poi rivolgendosi al fratello della vittima, intervenuto per difenderla, avrebbe rincarato la dose: «Si muort». Le condotte sono state ritenute aggravate dal metodo mafioso avuto riguardo alle modalità esecutive e alla contiguità degli autori con il clan Contini.

La parte offesa era stata prima indotta a intrattenere una relazione con Buonocore e, poi, in seguito alla decisione di interrompere ogni rapporto, a desistervi a causa di continui atti persecutori. L’ultimo atto del dramma va in scena la notte tra il 7 e l’8 maggio, quando Buonocore, dopo aver appreso che la ex aveva una nuova relazione, si presenta sotto casa: «Ha inveito contro di me, umiliandomi come donna».

A quel punto il rampollo si dilegua e pochi istanti dopo un commando di giovani in sella a degli scooter circonda il palazzo. Il giorno dopo è il capoclan Murano a intervenire a suo modo: minacciando i parenti della ragazza. Un tentativo disperato, neutralizzato dalla querela che la ragazza aveva già formalizzato, chiedendo aiuto allo Stato e sporgendo formale denuncia. In cinque da ieri sono però tornati a piede libero.

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