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Agroalimentare
15 Febbraio 2025 - 08:44
NAPOLI. Un'ombra minaccia la mozzarella di bufala campana non protetta dal dop. È quella dell'utilizzo crescente di latte di bufala disidratato e congelato nella produzione di questo tipo di formaggio fresco. Un fenomeno che, secondo Coldiretti Campania, mina la qualità del prodotto e penalizza gli allevatori che lavorano nel rispetto della tradizione. L'organizzazione agricola lancia un appello alle istituzioni per un intervento normativo chiaro per vietare questa pratica o, almeno, garantire una totale trasparenza nei confronti dei consumatori.
«Mentre la Mozzarella di Bufala Campana dop è protetta da un disciplinare che esclude il latte congelato, chi tutela gli altri produttori?», chiede Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania. Sarebbero oltre 27 milioni i chili di latte di bufala reidratato pronti a entrare nella filiera produttiva. Una quantità enorme che, secondo Coldiretti, rischia di alterare il mercato, favorendo chi utilizza materie prime meno costose a discapito della qualità. Il problema non è solo economico, ma anche di percezione: se il consumatore non ha la certezza di acquistare un prodotto fatto con latte fresco, viene meno il valore distintivo di un'eccellenza campana.
«Ogni morso di mozzarella deve raccontare la storia di un territorio, di allevatori che garantiscono qualità e benessere animale. Non possiamo permettere che tutto questo venga svilito» sottolinea Loffreda. Dal 2021, il Dipartimento di Qualità Agroalimentare attende un parere dal Masaf sull'utilizzo del latte di bufala concentrato, una pratica che, secondo Coldiretti, andrebbe contro la legge 138 del 1974 e i suoi successivi aggiornamenti.
«Abbiamo bisogno di certezze, di regole chiare che tutelino sia i produttori che i consumatori», insiste Coldiretti Campania. Se il latte disidratato e congelato continuerà a essere utilizzato, almeno dovrà essere indicato chiaramente in etichetta, affinchè chi acquista possa scegliere in modo consapevole. Un appello che va oltre la semplice difesa del settore lattiero-caseario: in gioco c’è l'identità gastronomica della Campania e la reputazione di uno dei prodotti più amati al mondo.
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