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L'indagine
19 Febbraio 2025 - 11:32
Alcuni dei reperti sequestrati
Perquisizioni dei carabinieri in tutta la provincia di Napoli: 19 indagati per traffico di reperti archeologici. I Carabinieri della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), in collaborazione con il Nucleo Investigativo-Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Torre Annunziata, hanno proceduto a 19 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati per i reati di associazione per delinquere, ricettazione e furto di beni culturali, presso obiettivi localizzati in Campania, Puglia ed Emilia Romagna.
Nel corso delle operazioni di perquisizione, sono stati sequestrati 819 reperti archeologici apuli, magnogreci e romani, provenienti maggiormente dalla Campania e dalla Puglia, risalenti al periodo compreso dal VII secolo a.C. al V d.C., tra cui: 675 monete archeologiche, prevalentemente in bronzo, alcune in argento e in oro, ma anche 144 manufatti archeologici, in bronzo, piombo e ceramici, nonché 11 sofisticati metal-detector e diversi strumenti per il sondaggio del terreno.
I decreti di perquisizione sono stati emessi nell'ambito di una complessa indagine, mirata a contrastare il traffico illecito di beni archeologici. Le indagini, espletate dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo Carabinieri Tpc di Roma e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno fatto emergere - scrive in una nota il procuratore Nunzio Fragliasso - un vasto traffico illecito di reperti archeologici, condotto da un'organizzazione criminale ben strutturata, ricalcante la filiera tipica di questo settore, a partire dai cosiddetti "tombaroli"' che riforniscono di reperti scavati clandestinamente i ricettatori di primo e secondo livello, i quali, a loro volta, alimentano il mercato illecito, anche internazionale, della vendita di beni archeologici.
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