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Camorra
20 Febbraio 2025 - 09:50
Nel riquadro il ras Oscar Pecorelli, detto “’o pastore”
Sette mesi di latitanza in Svizzera, poi la cattura il 24 gennaio e il ritorno in Italia. Il 30 dello stesso mese è stato estradato Oscar Pecorelli, 47enne esponente di primo piano del gruppo erede dei Cifrone e discendente dai Lo Russo. Tra le due nazioni gli accordi bilaterali sono solidi, cosicché l’iter procedurale è durato poco. Ora “’o pastore”, cugino omonimo del ras soprannomato “’o malommo”, attenderà in stato d’arresto la conclusione del procedimento penale. La doppia vita di Oscar Pecorelli sta emergendo pian piano grazie alla collaborazione tra la polizia napoletana e quella svizzera. “’O pastore” si era rifugiato in Svizzera da latitante e per non dare nell’occhio stava lavorando come cameriere in un ristorante italiano, ma già nel 2023 da uomo libero avrebbe svolto lo stesso lavoro in un altro locale. Evidentemente poteva contare su appoggi in terra elvetica e in particolare nella cittadina. A Sion stanno ora stanno verificando se nel primo periodo gli fosse stato rilasciato un permesso di soggiorno. Nel 2024, ricercato per l’inchiesta sul clan Pecorelli-Catone, ha condotto un’esistenza tranquilla abitando da solo in un quartiere residenziale di Sion, frequentando connazionali di diverse regioni italiane. Proprio insieme a loro il 47enne di Miano è stato bloccato in strada dai poliziotti elvetici, su imput dei colleghi della sezione “Catturandi” della Squadra mobile di Napoli (guidata dal dirigente Giovanni Leuci). Oscar Pecorelli “’o pastore” si era sottratto alla cattura a giugno dell’anno scorso, precisamente il 26 del mese. Fino a qualche giorno prima gli investigatori ritenevano che si trovasse a casa, a Miano, ma il giorno del blitz non c’era e chissà se quella notizia non servisse a depistare. Di sicuro quando è partito per la Svizzera nessuno della famiglia lo ha seguito e non ha mai comunicato con i congiunti nel modo che avrebbe portato gli investigatori a rintracciarlo: telefonate, messaggi, social. “’O pastore” (ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) è descritto come uno dei capi del gruppo erede dei Cifrone e discendente dai Lo Russo, contrapposto agli Scognamiglio. Tant’è vero che nel corso della faida uno dei nemici da eliminare era proprio il 47enne di Miano arrestato in Svizzera. Ma il piano fallì e il 24 giugno 2021 fu ammazzato Antonio Avolio, suo braccio destro. Il pentito Emmanuele Palmieri insieme ad altri, era stato incaricato di compiere l’omicidio ma qualcosa andò storto. Uno dei sicari si trovò da solo e pur avendo localizzato il bersaglio dell’agguato sul ballatoio di casa, ebbe paura di non colpirlo a causa della distanza. «Nelle settimane precedenti - ha messo a verbale il collaboratore di giustizia - ero io che effettuavo le perlustrazioni nel rione San Gaetano per rintracciare Pecorelli e studiavo le sue abitudini. Scoprimmo così che ogni mattina Antonio Avolio e “Frachelotto” andavano a prenderlo con il motorino e insieme andavano a San Gaetano».
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