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Tegola sul killer del clan Elia

Scarcerato da poco per un “cavillo”, Belaeff sottoposto alla sorveglianza speciale

Tegola sul killer del clan Elia

Nella foto controlli della polizia al Pallonetto di Santa Lucia; nel riquadro il presunto killer del clan Elia, Gennaro Belaeff

NAPOLI. Libero per decorrenza dei termini di custodia cautelare in relazione all’accusa di aver ucciso il rivale Pasquale Sesso in un agguato al Pallonetto di Santa Lucia, Gennaro Belaeff non s’aspettava la notifica di una misura molto temuta da chi ha a che fare con il codice penale: la sorveglianza speciale con il divieto di soggiorno a Napoli per tre anni. Così il 28enne presunto affiliato al clan Elia sarà costretto in tempi brevissimi a preparare la valigia e a trasferirsi altrove.

I giudici del Tribunale lo ritengono pericoloso e a dimostrazione del pugno duro usato, gli hanno imposto anche una cauzione di 2000 euro. Il provvedimento è stato notificato al destinatario dai poliziotti dell’Ufficio misure di prevenzione della questura di Napoli (articolazione della Divisione amministrativa).

Sono stati loro a compiere gli accertamenti su Gennaro Belaeff, condensati nella proposta avanzata ai sensi della normativa antimafia dal questore di Napoli e accolta dai giudici della sezione apposta del Tribunale. Per gli investigatori e i magistrati il 28enne sarebbe da lungo tempo e ancora inserito in ambienti malavitosi di stampo camorristico del Pallonetto Santa Lucia. In particolare sarebbe emersa la vicinanza al clan Elia, storicamente egemone sul territorio.

A sostegno della tesi accusatoria (ferma restando la presunzione d’innocenza per Gennaro Belaeff fino all’eventuale condanna definitiva) ci sono pure le vicende processuali tutt'ora aperte a suo carico e relative sempre a dinamiche criminali della zona in cui risiede. Il riferimento è all’omicidio di Pasquale Sesso, avvenuto il 5 luglio 2023, e al possesso di una pistola. Poche ore dopo il delitto per il possesso di una pistola, e solo per quello, furono i poliziotti della Squadra mobile della questura e del commissariato San Ferdinando ad arrestare Gennaro Belaeff detto “Genny”, già allora noto al le forze dell’ordine e in particolare agli investigatori che si occupano della zona del Pallonetto di Santa Lucia.

A gennaio dell’anno successivo l’allora 27enne fu sottoposto a fermo per l’omicidio e la vicenda sembrava incardinata in un certo modo. Invece a luglio scorso l’indagato è stato scarcerato dal gip su istanza dell’avvocato Domenico Dello Iacono. I due reati per cui era stato arrestato e notificati in due ordinanza risultano connessi. Belaeff infatti era finito in manette per il possesso di una pistola nella notte in cui era stato ucciso Pasquale Sesso e si era verificato il tentato omicidio del fratello Luigi. Successivamente a gennaio 2024 gli era stato notificato il secondo provvedimento.

Il presunto sicario, secondo la Direzione distrettuale antimafia legato al clan Elia, avrebbe commesso i due raid nell’ambito dello scontro armato con il gruppo malavitoso a cui faceva riferimento i fratelli Sesso. Ma ad avere la meglio sono state le argomentazioni del penalista difensore, facendo leva su una questione meramente tecnica: i termini di custodia cautelare dovevano partire dal primo provvedimento restrittivo e non dal secondo.

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