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Il Servo di Dio va verso la beatificazione

Salvo D'Acquisto, il fratello: «Suo sacrificio unico conforto»

Le parole del fratello sul processo di canonizzazione

Salvo D'Acquisto, il fratello: «Suo sacrificio unico conforto»

Salvo D'Acquisto

«All'inizio del processo di canonizzazione avevo accolto tutto con distacco. Poi qualcosa è cambiato: sono emozionato. Ci sono due coincidenze: Salvo e Padre Pio muoiono entrambi il 23 settembre, in anni diversi. Anche l'iter della Chiesa iniziò per loro nel 1983. Oggi uno è San Pio e, ora, Salvo è Venerabile». Sono le parole riportate dal "Corriere della Sera" di Alessandro D'Acquisto, fratello del Carabiniere ucciso dai nazisti il 23 settembre del 1943 per salvare 22 civili da una rappresaglia.

«Papà ci disse che Salvo si dichiarò colpevole senza esitazioni, per salvare i 22 ostaggi che poi abbiamo conosciuto». Alessandro, oggi 87enne, aveva sei anni quando il fratello si sacrificò: con lui ricorda «i natali insieme, quando tornava dall'Africa. Giocavamo a tombola o a sette e mezzo e mi teneva in grembo. Era affettuoso, protettivo. Poi, un pranzo imbandito quando doveva partire per arruolarsi nell'Arma. Le mie sorelle, Erminia e Franca, lo prendevano in giro: a 18 anni era già in divisa. A 22 sottufficiale».

Poi la scoperta della sua morte, avvenuta «solo nel 1944, un anno dopo. Fu un colpo al cuore. Mia mamma Ines non si riprese più. Papà Salvatore trovava conforto nell'idea che fosse morto per salvare 22 ostaggi. Crebbi in una famiglia segnata dal dolore. Dopo Salvo, nel 1945 morì pure mio fratello Rosario di 13 anni. Poi le mie sorelle si sposarono e io rimasi solo con i genitori. Mi mandarono alle colonie estive per figli di carabinieri, ma tornavo subito: il dolore di mia mamma era troppo grande».

Del fratello Salvo, Alessandro D'Acquisto conserva «una stanza intera con un quadro di due metri, medaglie, lettere e foto. Mio papà recuperò la cassetta di ordinanza a Torre di Palidoro. Nel 1971, durante l'inaugurazione del monumento a Napoli, a mamma si avvicinò Maria Calignano: era la madrina di guerra di Salvo e aveva conservato tutte le sue lettere».

Se il fratello sia per lui eroe o santo, Alessandro D'Acquisto risponde che «il primo è protagonista nella storia e sceglie il sacrificio, il secondo interviene nella storia seguendo un disegno divino. Pensavo che Salvo avesse più virtù eroiche, come recita la medaglia d'Oro, la canonizzazione ha cambiato le cose... Se potessi parlargli? Gli chiederei di intercedere con Dio per ristabilire la pace nel mondo. E poi – conclude Alessandro D'Acquisto – lo abbraccerei, forte».

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