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La protesta

Pm e giudici contro la riforma: adesione record allo sciopero

Il procuratore capo Gratteri: «Ma io sono favorevole al sorteggio per il Csm»

Pm e giudici contro la riforma: adesione record allo sciopero

Nella foto l’assemblea tenuta ieri mattina nella biblioteca “Tartaglione”; nel riquadro il procuratore capo Nicola Gratteri seduto in prima fila

NAPOLI. Oltre il 75 per cento dei magistrati napoletani hanno aderito ieri mattina allo sciopero nazionale indetto dall’Anm contro la riforma della Giustizia che prevederà, tra le altre cose, la separazione delle carriere di pm e giudici. Nonostante la partecipatissima assemblea che si è tenuta nella biblioteca “Tartaglione” del Nuovo Palazzo di Giustizia, a tenere banco sono state però anche le dichiarazioni del procuratore capo Nicola Gratteri.

Il numero uno degli inquirenti partenopei sì è detto favorevole al sorteggio per la composizione del Csm, ma contrario alla separazione delle carriere: «So che non piacerà a molti magistrati, ma dico che sono favorevole al sorteggio dei componenti del Csm e anche al sorteggio dei componenti del Csm da parte del Parlamento» ha detto Gratteri.

«Cioè - ha poi aggiunto il procuratore capo - si divide l’Italia in macro aree, come ad esempio per l’elezione del Parlamento europeo, si rispettano le proporzioni tra pm e giudice e non si sorteggiano i magistrati che hanno procedimenti disciplinari, penali, ritardo nel deposito delle sentenze o nelle indagini. Stessa cosa vale per i laici nominati dal Parlamento e cioè si escludono dalle iscrizioni all'albo degli avvocati o professori universitari in materia giuridica che hanno precedenti penali o disciplinari».

«Non riteniamo sia proporzionato - ha spiegato ancora Gratteri - dover toccare la Costituzione per quattro magistrati l’anno che da pm chiedono di diventare giudice, mi pare sia qualcosa di davvero sproporzionato e quindi per noi è normale, ed è ovvio, che questa riforma sottenda a qualcos’altro».

Gratteri ha ricordato quello che accade negli Stati dove c’è stata la separazione dei carriere: «Poco dopo il pm passa sotto l’Esecutivo. E di questo non si sente assolutamente l’urgenza né la necessità, né il bisogno. I problemi della giustizia sono altri, le emergenze sono altre, non certo la separazione delle carriere».

«La nostra più grande preoccupazione è che questa riforma si traduca in un assoggettamento dei pubblici ministeri all’Esecutivo», ha ribadito la presidente dell’Anm Napoli Cristina Curatoli, che ieri ha coordinato i lavori dell’assemblea alla quale hanno preso parte oltre 300 magistrati con una coccarda tricolore appuntata sulla toga.

«In quasi tutti sistemi giudiziari diversi dal nostro che hanno aderito alla separazione delle carriere - ha aggiunto Curatoli - questa è stata la conseguenza che si è determinata. Questa riforma va letta nel suo complesso, non c’è un qualcosa che ci piace di più rispetto ad altro, è una riforma che ci preoccupa nel suo insieme perché lede l’autonomia e l’indipendenza del la magistratura».

«Io penso che sia un forte arricchimento, io stesso nella mia carriera ho fatto il pm per 17 anni, il giudice per 10 anni e sono tornato a fare il pm per altri 7 anni in Cassazione e sono tornato nel merito negli ultimi 10 anni», il commento del procuratore generale di Napoli Aldo Policastro, anch’egli in prima fila allo sciopero indetto ieri dall’Associazione nazionale magistrati.

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