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Il caso
28 Febbraio 2025 - 08:41
il carcere di Poggioreale
NAPOLI. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) denuncia «l’ennesima grave aggressione subita da un poliziotto penitenziario in servizio presso il carcere di Poggioreale». «Secondo le prime ricostruzioni - si legge in una nota del Sappe - un detenuto straniero ha improvvisamente aggredito un poliziotto, causandogli ferite che hanno richiesto cure mediche presso ospedale Cardarelli. Per fortuna l’agente non è in pericolo di vita, ma l’episodio riaccende i riflettori sulla crescente violenza all’interno degli istituti penitenziari».
Il dirigente Sappe della Campania Raffale Serra, esprime «solidarietà al collega ferito» e ribadisce «con forza la necessità di interventi urgenti per garantire maggiore sicurezza al personale di polizia penitenziaria». «Non possiamo più tollerare questa escalation di violenza. Servono provvedimenti concreti e immediati da parte delle istituzioni per tutelare chi ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione in condizioni critiche - sottolinea Tiziana Guacci segretario regionale del Sappe - Il personale di polizia penitenziaria nel carcere partenopeo opera quotidianamente in condizioni di carenza di personale (una carenza di circa 200 agenti) e con un sovraffollamento di circa il 100 per cento di detenuti, ma continua a garantire la sicurezza delle strutture penitenziarie con dedizione e professionalità. Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari».
Già il 17 dicembre scorso si erano registrati momenti di forte tensione all’interno del penitenziario “Giuseppe Salvia”. Quel giorno un nutrito gruppo di detenuti ha organizzato e attuato una violenta protesta, andata avanti per diverse ore. La rivolta è scoppiata all’interno del reparto Milano e ha coinvolto decine di ristretti che, stando alla poche informazioni trapelate, avrebbero messo a soqquadro le celle e danneggiato alcune suppellettili. Se l’escalation di violenza non ha avuto esiti tragici è stato grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria: oltre cento agenti sono stati infatti impegnati fino alla prima serata di ieri per contenere l’emergenza e riportare la calma all’interno dell’istituto.
Il caso è però tutt’altro che chiuso. Sulla vicenda è stata infatti aperta un’indagine, finalizzata a individuare i responsabili della rivolta. Ancora oggi non sono infatti del tutto chiari i motivi della protesta. La protesta andata in scena quel pomeriggio rimanda intanto la memoria ai drammatici fatti dell’8 marzo 2020, quando in pieno lockdown si è scatenato il panico all’interno della casa circondariale “Giuseppe Salvia”: detenuti in rivolta, suppellettili distrutte o addirittura incendiate, così come interi padiglioni, e diversi agenti di polizia penitenziaria minacciati di morte da esponenti della criminalità organizzata. Dopo due anni di indagini, la Procura a novembre 2022 aveva chiesto e ottenuto l’udienza preliminare per 56 imputati accusati di aver preso parte alla rivolta.
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