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28 Febbraio 2025 - 19:47
NAPOLI. “I bambini sono bambini, senza asterisco. Segnalare un errore in un documento scolastico è diventato motivo di polemiche e travisamenti. Eppure, la mia era solo una richiesta di chiarezza”.
A parlare è Massimiliano, padre di un bambino di tre anni iscritto all’Istituto Comprensivo “A.S. Novaro-Cavour” di Napoli, finito al centro della bufera per aver contestato l’uso del termine “bambin*” in una circolare ufficiale della scuola.
“Non è una battaglia ideologica, ma una questione di correttezza istituzionale e rispetto della lingua italiana”, spiega Errico, ricostruendo quanto accaduto. “Quando ho notato l’asterisco al posto del normale plurale, ho chiesto spiegazioni alla scuola. La preside ha scelto di non rispondermi e non mi ha ricevuto. Ho parlato con una persona, che pare fosse la vicepreside, la quale ha giustificato l’uso dell’asterisco sostenendo che la circolare fosse destinata ai ‘bambini più grandi’. A quel punto ho chiesto un colloquio con la preside, ma mi è stato nuovamente negato”.
Per l'uomo, la vicenda è stata strumentalizzata, distorcendo il senso della sua richiesta. “L’asterisco non è parte della lingua italiana e non può essere usato in documenti ufficiali. È un segno introdotto in alcuni ambienti per aderire a teorie sul genere fluido, ma non ha nulla a che fare con inclusività, razzismo o orientamento sessuale. È assurdo persino doverlo specificare, ma il dibattito è degenerato proprio per questa confusione”.
L’errore, alla fine, è stato corretto dalla scuola, ma le polemiche non si sono placate. “Esporsi per esprimere un’opinione fuori dal politically correct porta inevitabilmente a travisamenti e commenti fuori luogo”, sottolinea l'uomo, ribadendo che la questione era solo di trasparenza.
“Un dirigente scolastico ha il dovere di rispondere ai genitori, qualunque sia l’istanza posta. È assurdo che ideologie e battaglie politiche entrino in una scuola frequentata da bambini piccoli. Ho voluto chiarire i fatti proprio per riportare la vicenda alla sua reale dimensione e spegnere ogni ulteriore speculazione”.
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