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Campi Flegrei
04 Marzo 2025 - 08:26
La vulcanologa Francesca Bianco
NAPOLI. L’anidride carbonica e l’idrogeno solforato nell’area dell’area flegrea non sono una novità. Si tratta di emissioni in aumento esponenziale in corrispondenza con l’incremento dei sismi e del sollevamento del suolo. Attualmente vengono emesse circa 5mila tonnellate al giorno di anidride carbonica, la stessa quantità che emette un vulcano in eruzione mentre, secondo uno studio di Ingv, anche l’anidride solforosa negli ultimi sette anni è aumentata di cinque volte.
«Lo sciame sismico a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane nell’area dei Campi Flegrei non si era mai verificato in precedenza, durante il quale abbiamo registrato qualcosa come poco meno di 700 eventi , tra i quali 10 di magnitudo superiore a 3.0 e di queste due di 3.9. Siamo in una fase di riacutizzazione del bradisismo con emissioni di anidride carbonica nell’area perimetrata dall’Osservatorio vesuviano e individuata come maggiormente esposta alle emissioni di gas vulcanici». A parlare è Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto nazionale Geofisica e Vulcanologia, che spiega le caratteristiche dello sciame sismico ai Campi Flegrei.
C’è da meravigliarsi?
«Non ci meraviglia che ci sia della sismicità in questo momento ai Campi Flegrei, perché c’è una fase di sollevamento continuo e questo genera uno stress nella crosta terrestre che viene liberato sotto forma di terremoti. Abbiamo registrato 5 eventi di magnitudo maggiore o uguale a 3.0, in particolare due eventi di magnitudo 3.9 verificatisi nella zona di Solfatara-Pisciarelli, le zone maggiormente monitorate».
Perché il terremoto di 3.9 dei giorni scorsi è stato maggiormente avvertito?
«Perché era nella zona di Solfatara-Pisciarelli, nella zona est della caldera flegrea più prossima a Napoli. Quindi ha avuto una propagazione favorita verso est. L’altra invece a mare al centro del Golfo».
Aver registrato cinque terremoti superiori a magnitudo 3.0 in poche ore è una particolarità?
«No. È già successo in altri momenti di riacutizzazione del fenomeno bradisismico. Per esempio a maggio del 2024, abbiamo avuto uno sciame bradisismico che è durato molto meno, ma nel quale abbiamo avuto eventi di magnitudo 4.4, 3.8 e 3.6. Quindi, che ci siano più eventi di magnitudo 3.0 non è una cosa inusuale in sciami particolarmente energetici».
Dal punto di vista vulcanico cosa ci dice il più recente sciame sismico?
«Noi effettuiamo un monitoraggio multiparametrico e tutti i parametri diversi dalla sismicità che stiamo tenendo sotto controllo al momento non mostrano anomalie sostanziali o rilevanti. Ma i soliti trend in incremento. Il sollevamento è in media di 10 millimetri al mese. Il flusso nelle fumarole principali è aumentato, ritornando sui valori che aveva due settimane fa, dopo che sembrava fosse leggermente diminuito».
Non è quindi una novità un aumento di gas delle fumarole?
«Sì, ma non è un valore anomalo in assoluto. Abbiamo avuto una diminuzione nelle ultime settimane, e tornati ai livelli precedenti con la velocità di sollevamento del suolo che non è aumentata».
Dal punto di vista della pericolosità, c’è rischio di passare ad una allerta arancione per i Campi Flegrei?
«Non siamo noi che dichiariamo i livelli di allerta. Sono valutazioni che fa la Commissione Grandi Rischi, eventualmente se chiamata a farlo. Dal punto di vista scientifico, siamo in un momento di riacutizzazione della crisi bradisismica, come successo a settembre-ottobre 2023 e a maggio 2024. Ciclicamente osserviamo queste fasi in cui la crisi bradisismica diventa più intensa».
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