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Camorra

Agguato mortale a Fuorigrotta, è caccia aperta al killer solitario

L’auto dell’amico ferito usata a sua insaputa dai sicari di Gennaro Ramondino

Agguato mortale a Fuorigrotta, è caccia aperta al killer solitario

_ Nella foto i rilievi dei carabinieri sulla scena (le indagini sono adesso condotte dalla polizia); nel riquadro la vittima Pasquale D’Anna, detto “Oino”

NAPOLI. Una dinamica anomala per un omicidio. Un sicario solitario, senza complici, ha sparato domenica mattina a Pasquale D’Anna, unico bersaglio del clamoroso agguato nei pressi di piazzale Tecchio a Fuorigrotta. Aveva il volto semicoperto e viaggiava in scooter, con il quale è fuggito dopo aver esploso 4 colpi di pistola al 34enne soprannominato “Oino”.

Massimo Aragiusto, che era lui, è rimasto ferito per caso da un proiettile vagante a una spalla, non perché l’assassino abbia mirato a lui. È estraneo a contesti camorristici o di traffico di droga, ma ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato a causa di amicizie pericolose. In occasione dell’omicidio di Gennaro Ramondino era a Pianura nei dintorni della piazza di spaccio di Domenico Di Napoli, un suo conoscente che gli chiese in prestito la Toyota utilizzata per trasportare il cadavere del giovane e il giorno dopo fu bruciata.

Le indagini hanno accertato che il 46enne proprietario della vettura non sapeva nulla del delitto, la macchina gli fu presa con l’inganno e nemmeno partecipava allo smercio di stupefacenti. Il giorno dopo l’omicidio di Pasquale D’Anna gli investigatori della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura hanno ricostruito con precisione la dinamica dell’agguato mentre seguono in particolare una pista: la guerra per il controllo delle basi di spaccio di Pianura. In alternativa non viene esclusa l’ipotesi di un collegamento con la guerra in corso tra Fuorigrotta e Bagnoli, emersa con forza dopo il ferimento di Luca Colimoro in via Cumana il 13 febbraio scorso.

Erano le 6 quando è entrato in azione il sicario, che evidentemente seguiva l’auto guidata da Pasquale D’Anna con Massimo Aragiusto a fianco, arrivata nei pressi del bar ritrovo di coloro che tirano l’alba dopo una serata in discoteca. Dalle immagini della videosorveglianza e dalle testimonianze dei presenti è venuto fuori che i due amici stavano parlando con altre due persone in piazzale Tecchio.

I quattro si trovavano in due macchine e l’assassino, dopo aver fermato lo scooter un poco più avanti, si è diretto con precisione verso “Oino”, sparandogli dal finestrino aperto per quattro volte in rapida successione. Il 34enne e Aragiusto sono stati soccorsi dagli altri e trasportati all’ospedale San Paolo, dove uno è morto a pochi minuti dal ricovero mentre l’altro è stato giudicato guaribile in un mese. Le indagini sono partite soffermandosi soprattutto sul giro delle piazze di spaccio collegabili, ma non gestite direttamente, dal gruppo Marsicano-Esposito al quale sono subentrati i Santagata con un vincolo di continuità.

D’Anna secondo gli investigatori faceva parte di quel mondo, ma non era affiliato a clan. Per trovare qualunque elemento utile a capirei possibili mandanti gli investigatori hanno sequestrato il cellulare. Ma l’ipotesi di un appuntamento fatale appare improbabile, così come è difficile che la vittima gestisse i propri affari con il telefonino.

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