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I rincari

Caro-caffè, i produttori: «La qualità va pagata»

Simonetti (Toraldo): «Sbagliato pensare che due euro siano troppi». Wurzburger (Cremoso): «Ho aumentato di 20 centesimi in Galleria»

Caro-caffè, i produttori: «La qualità va pagata»

Marco Simonetti e Walter Wurzburger

NAPOLI. Il prezzo del caffè che si paga al bar è completamente slegato dai costi della materia prima. A sottolinearlo, Marco Simonetti, amministratore delegato Caffè Toraldo. «La filiera è in difficoltà ma dire che un euro è giusto e due euro sono troppi per una tazzina al bar è concettualmente sbagliato, è la qualità che deve essere pagata».

Oggi il mercato è influenzato da numerose variabili che stanno determinando l’instabilità del settore: l’economia globale, eventi geopolitici, gli strascichi della pandemia, la pressione inflazionistica e la crisi climatica, che ha colpito paesi chiave nella produzione come Brasile, Etiopia e Vietnam.

A tutto questo si aggiunge la congestione nel canale di Suez, che ha portato a un significativo aumento dei costi di trasporto costringendo le navi a circumnavigare l’Africa. In aggiunta, la richiesta di maggiori consumi nell'ultimo triennio, gradualmente aumentata da parte di Cina e India, sta determinando nuove tensioni, un innalzamento dei prezzi e ulteriore speculazione. Nonostante queste sfide, l’industria italiana del caffè resta una realtà di grande rilievo a livello nazionale e internazionale.

Dopo una significativa ripresa post-pandemia, il 2023 ha registrato un calo nei consumi, causato principalmente dalla pressione inflazionistica e dall’aumento dei prezzi. Mentre l’export si conferma il motore trainante del settore, con l’Italia tra i principali produttori nel mondo per esportazioni di caffè torrefatto. In questo scenario, il segmento del caffè porzionato continua a guadagnare terreno in tutti i canali di distribuzione.

I cambiamenti climatici hanno influito notevolmente sul raccolto che è diminuito notevolmente, i fondi speculativi hanno amplificato il problema ed ora il caffè è ai massimi storici. Da una miscela napoletana ad un’altra. Walter Wurzburger, titolare Caffè Kremoso, nonché direttore generale dell’azienda, spiega che gli aumenti della materia prima si ripercuoteranno nelle attività di caffetteria e di sul consumatore finale che al lievitare del costo della tazzina di caffè, tenderà a consumarlo a casa, creando una contrazione dei consumi al bar.

Al momento, basterà aumentare di 10 cent il costo della tazzina. «Nel mio bar nel punto vendita Mondadori Ke’Kafè in Galleria Umberto I la tazzina costerà 1,50 euro , 20 centesimi in più. L’ho fatto principalmente per incoraggiare tutte le caffetterie ad aumentare il prezzo dell’espresso, ma premessa imprescindibile è quella di offrire un caffè di qualità». 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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