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La beffa

Collezione egizia del Mann ancora chiusa

Scolaresca programma e prenota gita al Museo Archeologico di Napoli per poterne visitare la Sezione Egizia ma, una volta arrivata, la trova chiusa

Collezione egizia del Mann ancora in restaurazione

In quarta elementare, secondo il nostro programma scolastico nazionale, è previsto, tra i Mesopotamici e i Fenici, lo studio del popolo degli Egizi. Per questo motivo le insegnanti dell’I.C.di Volla “Vittorio de Sica” avevano, circa due mesi fa, coerentemente selezionato come meta della gita scolastica dei propri alunni la Collezione Egizia del MANN, il Museo Archeologico Nazionaledi Napoli.

Questo gode di una Collezione egiziana seconda per importanza, in Italia, solo al Museo Egizio di Torino (a sua volta secondo per dimensioni solo a quello del Cairo). Eppure, i bambini, preparati per giorni sulle meraviglie del Naoforo, di amuleti e mummie di coccodrillo, sono arrivati a Piazza Museo, dopo 40 minuti in pullman, per trovarvi solo delusione… Le scale che avrebbero dovuto portare ai corridoi egizi conducono, ormai da qualche mese secondo la guida, a transenne che ne vietano la visita. Le maestre propongono immediatamente allora una deviazione verso le sale dedicate alla Preistoria, ma trovano anche queste chiuse, questa volta per assemblea sindacale.

A questo punto, in alternativa, la guida si è vista costretta a dirottare la scolaresca sugli oggetti di vita quotidiana dell’area vesuviana esposti-anfore, statuette, pinze- e ad altre sale, con riferimenti generali all’eruzione su Pompei, ad Achille o alla galleria Farnese, anche questa in fase di ordinaria restaurazione. Insomma, una visita guidata su Greci e Romani, oggetto di studio per i 46 bambinidel prossimo anno (con, in aggiunta, riassunto “da immaginare” delle celate bellezze egizie). Oltre al danno anche la beffa: una visita guidata poco adatta a bambini di otto anni, la demotivante consapevolezza del lavoro “infruttuoso” delle ultime settimane, incentrate sulla specifica preparazione delle classi alla visita, e 25 a bambino (complessivi di trasporto, biglietto e guida) originariamente destinati a tutt’altro.

Come al solito, indagando a fondo, il colpevole del disastro non si trova e scatta un meccanismo di“scaricabarile” che tutti noi conosciamo bene: la guida si è giustificata con un “se la trovate aperta,bene…”, gli operatori del Museo sostenendo che l’agenzia non avesse specificato la sezione d’interesse delle classi, l’agenzia attribuendo le colpe alla società romana che ha in gestione la struttura.

Le conclusioni restano lampanti e piuttosto scoraggianti. La scuola non è stata informata, con lecito anticipo, degli ostacoli allo svolgimento della visita guidata prevista e non si è neanche accennato, ovviamente, ad un rimborso alle famiglie degli alunni paganti.

 

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