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Malanapoli
13 Marzo 2025 - 08:49
NAPOLI. Acqua e candeggina per avvelenarlo. Il clan Mazzarella avrebbe cercato di uccidere Ciro Oliva, secondo quanto l’uomo ha raccontato ai pubblici ministeri della Dda e ai carabinieri di Cercola, perfino nel carcere di Poggioreale. Tant’è vero che la direzione lo trasferì dal padiglione “Milano” al padiglione “Torino”. Successivamente nella vicenda si sono verificati altri due colpi di scena: la decisione di collaborare con la giustizia e la ritrattazione, dovuta secondo gli inquirenti alla paura di ritorsione nei confronti dei familiari.
Il debito di Ciro Oliva, secondo lui stesso che lo riferì agli inquirenti, ammontava a più di 100mila euro e soprattutto era nei confronti di tre clan tra i più potenti di Napoli, Mazzarella, De Micco e Di Lauro. Le minacce verbali gli sarebbero arrivate in ripetute occasioni, sempre nel periodo in cui era detenuto ai domiciliari a Pomigliano d’arco. E quel periodo, nel 2023, risale il rapimento lampo al figlio della sua compagna. Il ragazzo fu prelevato nella pizzeria di un parente presso la quale lavorava da un uomo e una donna, identificati dalla procura in Massimo Rispoli e Rosa Faiello.
Il minorenne, dichiarò ai carabinieri il titolare del locale, fu avvicinato dalla coppia e preso per mano all’uscita dall’uomo. I tre presumibilmente si allontanarono a bordo di una jeep con la quale, ripresi dalle telecamere di videosorveglianza della pizzeria, erano arrivati. Poco dopo i familiari della vittima, la mamma, la sorella di quest’ultimo e il nonno del 16enne, si allarmarono e avvertirono i militari dell’Arma. Scattarono l ricerche, poi la liberazione dell’ostaggio e il ritorno a casa di una zia, a Cercola. Anche Ciro Oliva si mise in moto, riferendo agli investigatori il possibile movente del rapimento: un’intimidazione a lui per il debito con il clan Mazzarella.
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