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Turismo e impresa

Gli americani tornano a investire a Napoli

Da Marriott a Hilton, le catene d'oltreoceano sbarcheranno in città. Lettera: «Le potenzialità del segmento luxury sono infinite»

Gli americani tornano a investire a Napoli

Palazzo Sirignano

NAPOLI. Tornano gli americani. E ritornano le aziende alberghiere d’Oltreoceano. Da Marriott a Hilton, passando per Rocco Forte e Radisson: le più grandi aziende alberghiere del mondo scelgono di investire nella città di Napoli. Nei prossimi mesi, infatti, tra acquisizioni di hotel iconici e nuove e attesissime aperture, il lusso a 5 Stelle diventerà un marchio distintivo della destinazione Napoli.

Se il nuovo albergo della multinazionale statunitense Marriott sorgerà nel palazzo di via Verdi che un tempo ospitava la sede della Banca di Roma, l’ultra lusso della inglese Rocco Forte sbarcherà alla Riviera di Chiaia, nel Palazzo Caravita di Sirignano. Se diventano strutture a marchio Hilton il Britannique di corso Vittorio Emanuele, Palazzo Caracciolo in via Carbonara e l’Oriente di via Armando Diaz, il gruppo Radisson si appresterebbe a inaugurare il nuovo hotel ospitato nella sede storica del quotidiano Il Mattino in via Chiatamone.

Arricchiti da aperture di nuovi ristoranti che ambiscono alla stella Michelin o di suggestivi rooftop che uniscono, alla vista mozzafiato, un servizio esclusivo. Il futuro dei più famosi brand di lusso passa anche da Napoli, con le grandi multinazionali alberghiere pronte a scommettere sulla città.

«Nel nostro territorio le potenzialità per dare linfa a questo segmento sono infinite», commenta Antonio Lettera, direttore Starhotels Terminus, Sezione Turismo Unindustria Napoli. «E non parlo solo delle bellezze della costiera, delle isole e legate alla storia e alla cultura dei nostri territori, basti pensare che il presidente Usa Biden anche di recente ha parlato di Capri. Il riferimento è anche alle straordinarie eccellenze nel campo della ristorazione, per le strutture alberghiere e per tutti i servizi connessi, ovvero guide, accompagnatori, tour operator, autonoleggiatori e via discorrendo. In questo modo contiamo di far ripartire prima l’economia della Campania. È una sfida strategica che sentiamo di poter vincere, come è stata vincente l’idea delle “isole covid free” da noi promosse e puntualmente realizzate dalla Regione. All’estero tuttavia non hanno avuto subito percezione di essere al riparo dal Covid e per questo i nostri imprenditori si trovano con una stagione più corta e in ritardo rispetto ad altri paesi. Adesso però dobbiamo dire al mondo dei ricchi che servono infrastrutture, trasporti moderni, campagne di marketing».

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