Tutte le novità
Lo scandalo
13 Marzo 2025 - 10:17
La consegna di una tangente negli uffici del distretto sanitario 24 di via Chiatamone registrata grazie alla telecamera piazzata dai carabinieri
NAPOLI. «Riguarda i defunti, non le invalidità o l’assenteismo». In sintesi così si esprimeva, il 23 ottobre 2023, uno degli indagati nel commentare la notizia della proroga delle indagini preliminari a carico di Margherita Tartaglia e Luigi Rinaldi, due dei medici coinvolti nell’inchiesta e arrestati l’altra mattina. La conversazione avveniva tra quest’ultimo e l’imprenditore Gennaro Tammaro in un ufficio al secondo piano del distretto sanitario 24, epicentro del terremoto giudiziario che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare per 67 persone (tra carcere, domiciliari e obbligo di dimora) su 96 indagati.
Va sottolineato che le posizioni sono diverse, così come sono diversi i reati contestati e gli indagati a piede libero possono sperare anche in un proscioglimento a breve. Tutti gli indagati in ogni caso, vanno considerati innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. I carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura, hanno puntato l’attenzione soprattutto su coloro che partecipavano a un giro di tangenti per un “patto corruttivo” tra alcuni sanitari e alcune agenzie funebri. Il tariffario variava a seconda dei casi, in genere tra i 50 e i 70 euro “a pratica”.
I sospetti degli inquirenti riguardano soprattutto i certificati di morte e le autorizzazioni alla cremazione ritenuti falsi. Per smascherare i presunti dipendenti infedeli I militari del Nucleo anti sofisticazione di Napoli (guidato dal colonnello Alessandro Crescentino) hanno piazzato quattro microtelecamere con audio negli uffici di via Chiatamone, due gps sotto le auto di altrettanti camici bianchi e un sistema di videosorveglianza all’esterno della palazzina di un altro medico.
Nella conversazione audio-video registrata il 20 ottobre 2023 Luigi Rinaldi mostrò all’impresario funebre la notifica della richiesta di proroga delle indagini preliminari e i due, nella ricostruzione della procura da confermare eventualmente in giudizio, avrebbero pianificato le misure da adottare per eludere le indagini. Ad aprile, riferiva il professionista all’interlocutore, “Margherita” (Tartaglia, ndr) già aveva avuto la notifica dell’atto giudiziario. E l’altro gli chiedeva se lui lo sapesse ricevendo risposta affermativa. Nell’intercettazione si fece pure riferimento all’acquisizione da parte dei carabinieri di ben 235 pratiche negli uffici del Comune di Napoli. «È una cosa di morti, non c’è niente da fare».
Al vaglio degli inquirenti della Procura diretta da Nicola Gratteri, con il procuratore aggiunto Sergio Amato, sono finiti i certificati necroscopici nei quali il medico constatava il decesso presso il domicilio del defunto mentre la pubblica accusa sostiene che l’intera documentazione veniva consegnata direttamente dagli impresari al medico legale, compilata e firmata dal necroscopo di turno. “Promotori e organizzatori”, sarebbero stati i dottori Federico Amirante, Luigi Rinaldi e Margherita Tartaglia, che avranno tempo e modo (come tutti) di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati nel prosieguo del procedimento penale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo