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L'intervista

Campi Flegrei, l'esperto: ecco cosa fare in caso di terremoto

Parla l'architetto Antonio Cerbone, coordinatore regionale del Coordinamento attività regionali della Struttura tecnica nazionale della Protezione civile

Campi Flegrei, l'esperto: ecco cosa fare in caso di terremoto

L'architetto Antonio Cerbone, coordinatore regionale del Coordinamento attività regionali della Struttura tecnica nazionale della Protezione civile

«Nei Campi Flegrei il fenomeno del bradisismo rende il territorio particolarmente vulnerabile. Le scosse frequenti possono indebolire gradualmente gli edifici: se un fabbricato mostra segni di cedimento, è meglio evacuare subito e attendere una verifica tecnica». A parlare è Antonio Cerbone, tesoriere dell'Ordine degli Architetti di Napoli e provincia e coordinatore regionale del CAR (Coordinamento attività regionali) della Struttura tecnica nazionale (STN) della Protezione civile.

Architetto, cosa bisogna fare durante un terremoto per mettersi in sicurezza?

«Se il terremoto ti sorprende all'interno di un edificio, la soluzione migliore è rimanere al chiuso e cercare riparo: sotto un tavolo robusto o una scrivania per proteggerti dalla caduta di oggetti. Vicino a un muro portante, lontano da finestre, specchi e mobili instabili. Non bisogna utilizzare ascensori o scale: potrebbero essere i primi elementi a cedere. Se si è all’aperto, bisogna allontanarsi da edifici, alberi, pali e linee elettriche. In auto, fermarsi in un’area sicura, evitando gallerie, ponti e zone franose. In aree costiere, una scossa intensa potrebbe precedere uno tsunami: spostati subito verso zone più elevate».

L'istinto è sempre quello di scappare, quando bisogna seguirlo?

«Scappare non sempre è la scelta giusta. La sicurezza dipende dalle azioni che si compiono nei primi istanti del sisma. Uscire immediatamente è consigliato solo se l’edificio mostra crepe profonde, cedimenti di muri o travi. Oppure ti trovi in una struttura vecchia o già danneggiata. O anche se sei al piano terra e l’uscita è facilmente raggiungibile».

Dopo il terremoto che verifiche bisogna fare?

«Terminata la scossa, è necessario valutare i danni: crepe nei muri, distacchi di intonaco, pavimenti sollevati. Un controllo agli impianti è importante: se senti odore di gas, chiudi subito la valvola. Attenzione anche a possibili perdite d’acqua o malfunzionamenti elettrici. Verificare porte e finestre: se risultano deformate, la struttura potrebbe aver subito danni importanti. I pericoli vanno segnalati ai Vigili del Fuoco o alla Protezione Civile. Se l’edificio presenta cedimenti evidenti meglio allontanarsi subito».

Quando notiamo una crepa, quando dobbiamo preoccuparci?

«Non tutte le crepe indicano un pericolo immediato, ma alcune richiedono attenzione. Quelle capillari nell’intonaco di solito non sono preoccupanti. Quelle diagonali su muri portanti o vicino a travi e pilastri: possono segnalare danni strutturali. Distacchi tra pareti e soffitto o pavimenti sollevati indicano cedimenti pericolosi. Se poi ci sono scricchiolii o movimenti anomali, il consiglio è di uscire subito e segnalare il problema».

A chi dobbiamo rivolgerci?

«Architetti, ingegneri e geometri esperti in strutture possono valutare i danni e certificare l’agibilità di un edificio. Per situazioni critiche, contattare Protezione Civile, Vigili del Fuoco o gli uffici tecnici comunali. Nei Campi Flegrei, dove il suolo si solleva e si abbassa ciclicamente, è ancora più importante monitorare le crepe e segnalare ogni anomalia ai tecnici competenti. La prevenzione e la conoscenza del territorio sono essenziali per affrontare l’emergenza con maggiore sicurezza. Di base va detto che la conoscenza dei fenomeni, dei piani di emergenza e di come comportarsi non elimina la paura ma sicuramente evita il panico».

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