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15 Marzo 2025 - 08:42
NAPOLI. Fiumi di droga per la movida di Coroglio e racket a tappeto, soprattutto ai parcheggiatori abusivi, boss e gregari del clan Esposito-Nappi provano a non correre “pericoli”, chiedendo il processo sprint. L’udienza preliminare che ha portato alla sbarra il ras Massimiliano Esposito “’o scognato” e la consorte “pari grado” Maria Matilde Nappi si è conclusa con la richiesta, da parte di tutti gli imputati, di essere giudicati con il rito abbreviato. Una mossa pressoché inevitabile per puntare, in caso di eventuale condanna, a un sostanzioso sconto di pena. Il prossimo appuntamento in aula è fissato per il 19 maggio. Nelle udienze successive, la palla passerà al collegio difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Rocco Maria Spina, Leopoldo Perone e Claudio Davino.
La retata che ha decapitato la cosca flegrea era scattata a settembre scorso, quando in manette erano finite tredici persone, tra cui il presunto ras e la moglie. Nonostante i propositi mostrati all’atto della scarcerazione di alcuni anni fa, “’o scognato” non sarebbe riuscito a tenersi fuori dai contesti malavitosi. Così, anche quando è tornato dietro le sbarre o ai domiciliari a Scalea, con l’aiuto della moglie avrebbe diretto il clan monopolizzando il traffico di droga nella movida di Coroglio e imponendo il “pizzo” ai parcheggiatori abusivi che operano nella zona. Un affare da migliaia di euro a sera e notte. Le indagini, partite nel 2022 e condotta della polizia, sono andate avanti con intercettazioni telefoniche e soprattutto ambientali. Fino a quando, letta l’informativa del gip Isabella Iaselli, è scattato il provvedimento restrittivo. Tra gli indagati figurava pure un minorenne, noto alle cronache per la sua amicizia con Gennaro Ramondino, il 20enne ucciso e bruciato a Pianura a inizio settembre.
I due si trovavano insieme nel 2022, quando in località Varcaturo di Giugliano da uno scooter spararono al 19enne di Fuorigrotta. Dalla lettura delle 182 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare spunta un lungo elenco di accuse a carico del ras e dei suoi fedelissimi: a vario titolo accusati di associazione mafiosa, droga, armi ed estorsione, reati tutti aggravati dalla finalità mafiosa in quanto commessi per agevolare il clan Esposito-Nappi. Oltre a un imponente giro di spaccio, al boss Esposito e ai suoi affiliati la procura antimafia contestava anche la gestione monopolistica del business dei parcheggiatori abusivi che da anni invadono via Coroglio e le sue frequentatissime discoteche.
Di ciò rispondono Massimiliano Esposito senior, la moglie Maria Matilde Nappi, Carmine Esposito e Salvatore Iuliano. Tra le accuse c’era anche quella relativa al possesso di una pistola “Beretta”, per il quale sono stati indagati i coniugi Esposito, i figli Massimiliano junior e Cristian, Gennaro Esposito, Michele Ortone, Alessandro Tasseri, Vincenzo Fasano ed Eduardo Esposito. Proprio Ortone, da pochi mesi passato tra le fila dei collaboratori di giustizia, rappresenterà nel processo l’anno nella manica della Dda.
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