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Il dibattito

Concessioni balneari: nessuna proroga al 2027

All’incontro di Rimini la presenza di aziende e associazioni napoletane: si aspetta il Governo sugli indenizzi

Concessioni balneari: nessuna proroga al 2027

NAPOLI. La sala convegni del Centro Sgr di Rimini ha ospitato un incontro un convegno che ha acceso i riflettori sulle ultime novità in materia di concessini e sono stati tanti i napoletani, gestori di stabilimenti e imprenditori che gravitano nell’indotto ad aver preso aprte all’incontro dove magistrati del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti si sono confrontati con esperti del settore, tra cui Tiziano Ugoccioni, avvocato amministrativista, consulente di associazioni balneari e amministrazioni.

L'assenza di esponenti politici non è passata inosservata, ma gli organizzatori hanno chiarito che la scelta è stata dettata dalla volontà di mantenere un taglio strettamente tecnicogiuridico all'evento poiché l'obiettivo del convegno era proprio quello di fornire un quadro realistico di una situazione complessa e di offrire spunti per possibili soluzioni.

La sfida è stato chiaro a tutti, è ardua: conciliare le gare, nel rispetto dei principi di concorrenza europei, con la tutela delle aspettative e del patrimonio delle piccole imprese balneari, custodi dei litorali e garanti delle stagioni turistiche. La questione più spinosa riguarda la possibilità di tutelare, anche economicamente, i concessionari uscenti.

Molti di loro hanno investito confidando nelle proroghe, ora messe a rischio. Si attendono con trepidazione i criteri ministeriali, ma un punto è fermo: le concessioni sono scadute il 31 dicembre 2023, e le uniche proroghe valide sono quelle tecniche per gli atti di gara.

Ogni altra proroga, anche legislativa, è considerata inesistente se contraria alle norme UE. Nonostante le voci di una proroga fino al 2027, il Decreto Salva Infrazioni non dice questo. Il 2027 è solo il termine per indire le gare e assegnare le concessioni, non una proroga. Ogni interpretazione diversa è stata smentita dai giudici amministrativi. Al convegno è stato invitato anche un giudice della Corte dei Conti, per esaminare la questione sotto il profilo della responsabilità contabile.

La mancata indizione delle gare potrebbe causare un danno erariale per i mancati introiti dei canoni. L'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato aveva già invitato le amministrazioni a valutare il valore dei beni demaniali e a includere i canoni nelle procedure competitive. In un contesto come quello di Napoli, dove il turismo balneare riveste un ruolo cruciale, la questione delle concessioni demaniali marittime assume un'importanza ancora maggiore. La città partenopea, con la sua lunga tradizione marinara e le sue splendide coste, è par ticolarmente sensibile alle problematiche legate alla gestione del demanio marittimo.

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