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fuga dai banchi
19 Marzo 2025 - 08:32
NAPOLI. Napoli si trova di fronte a una sfida educativa e sociale di proporzioni allarmanti, emergendo come la città italiana con la più alta concentrazione di individui, nella fascia d'età tra i 12 e i 52 anni, privi della licenza di scuola secondaria inferiore o meglio di scuola media. Un dato che si attesta al 5,9% della popolazione, dipingendo un quadro preoccupante di carenze formative di base e di povertà educativa.
A questo si aggiunge un fenomeno altrettanto critico: quasi un terzo dei giovani napoletani è classificato come Neet (Not in Education, Employment, or Training), una condizione che li espone a un elevato rischio di marginalità sociale e di esclusione dal tessuto produttivo oltre che protagonisti di un futuro dalle tinte fosche. La fotografia scattata dall'Istat, durante un'audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle grandi città e delle loro periferie, rivela una città divisa in due, con un'area centroorientale segnata da elevate percentuali di bassa istruzione e inattività giovanile, e un'area centro-occidentale dove la popolazione risulta più istruita e attiva. I quartieri del centro storico, come Pendino e Mercato, sono i più colpiti, con tassi di Neet che sfiorano il 38%.
Anche le periferie, come Scampia, San Pietro a Patierno e San Giovanni a Teduccio, non sono esenti da questa problematica, evidenziando una diffusione del fenomeno su tutto il territorio cittadino. Il confronto con altre città italiane evidenzia la gravità della situazione napoletana, con solo Palermo che supera Napoli per tasso di inattività giovanile. A livello nazionale, il Sud Italia mostra un tasso di abbandono scolastico più elevato rispetto al Nord, con un 13,6% di giovani tra i 18 e i 24 anni che escono precocemente dal sistema di istruzione. Tanto per fare un rapporto a Roma la percentuale di popolazione senza licenza media è il 2,3%. Lo scarto non solo è evidente ma è drammatico. Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse, ma spiccano la mancanza di motivazione e il basso livello di istruzione dei genitori.
I giovani con genitori poco istruiti hanno un rischio significativamente maggiore di abbandonare gli studi, perpetuando un circolo vizioso di deprivazione educativa. Se i genitori hanno un diploma di scuola secondaria di I grado il rischio di fuoriuscita è del 24%, mentre cala ad appena il 3% se uno dei genitori possiede un titolo terziario. La mancanza di motivazione, in particolare, rappresenta un ostacolo importante alla partecipazione a corsi di formazione, sia formali che non formali. Questo aspetto sottolinea la necessità di interventi mirati a stimolare l'interesse dei giovani verso l'istruzione e la formazione, offrendo loro opportunità concrete di crescita personale e professionale.
Ma questo che potrebbe, per gli esperti del settore, essere un significativo dati di prevenzione, poi risulta andare disperso nel nulla. Infine, il dato relativo ai Neet tra i 18 e i 21 anni conferma la gravità della situazione, con una percentuale che sfiora il 21% a livello nazionale e raggiunge il 29,8% nel Mezzogiorno. Questo dato evidenzia l'urgenza di interventi strutturali per contrastare la dispersione scolastica e l'inattività giovanile, offrendo ai giovani opportunità di istruzione, formazione e lavoro.
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