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l'omicidio

Funerali pubblici vietati per Emanuele Durante

Faida delle nuove paranze nel centro di Napoli, giro di vite del questore: ordine pubblico a rischio

Funerali pubblici vietati per Emanuele Durante

NAPOLI. L’ordine pubblico sarebbe potenzialmente a rischio e il questore di Napoli decide di vietare i funerali in forma pubblica per Emanuele Durante (nella foto in basso), il ventenne ucciso come un boss nella prima serata di sabato in via Santa Teresa degli Scalzi. La salma del giovane assassinato mentre era in auto in compagnia della fidanzata sarà restituita a breve ai familiari. Questi ultimi non potranno però salutare il proprio caro con una funzione pubblica. Le esequie, su disposizione del questore Maurizio Agricola, saranno celebrate in forma strettamente privata e senza corteo al seguito del carro funebre per questioni di ordine pubblico. Proseguono intanto le indagini sull’atroce delitto di sabato sera.

Emanuele Durante potrebbe essere stato coinvolto nelle guerre in corso tra gruppi di giovani nel centro di Napoli e in particolare l’attenzione degli investigatori si starebbe appuntando su quella tra la Sanità e il Mercato, culminata nell’omicidio del 17enne Emanuele Tufano durante una sparatoria notturna tra due gruppi ma costellata da altri episodi meno gravi. C’è poi una pista interna alla zona dei Tribunali e di Forcella, secondo cui il 20enne ucciso sabato scorso sarebbe finito nel mirino di uno o più ras di camorra per uno “sgarro”. Lui nelle ultime settimane sembrava tranquillo come al solito e continuava a fare la vita di sempre, uscendo con la fidanzata e con gli amici. Per cui si può presumere che non abbia subito avvertimenti o minacce oppure non c’abbia dato peso.

Ma evidentemente il suo destino era segnato: i sicari avevano pianificato l’agguato, entrando in azione incuranti dei numerosi passanti in via Santa Teresa degli Scalzi. «Man mano che passa il tempo vediamo sempre più giovani morire o commettere reati o anche a capo di organizzazioni criminali. E' un trend che riguarda il mondo occidentale, l’Italia, la Campania e Napoli». Così il procuratore Nicola Gratteri aveva risposto ai giornalisti sull’omicidio del 20enne Emanuele Durante sabato scorso. A chi gli aveva chiesto se ci fosse bisogno di ulteriori misure da mettere in campo, aveva risposto: «Venti anni fa a Napoli, ogni anno, venivano ammazzate 300 400 persone. Adesso di meno.

Quindi, la situazione è migliorata rispetto a venti anni fa. Bisogna sempre studiare e ricordare la storia per capire il presente e per capire dove eravamo venti, dieci anni fa e dove siamo oggi». Gratteri ha concluso evidenziando che «ovviamente la situazione è migliorata ma può essere migliorabile se ci sono più uomini e mezzi e soprattutto più telecamere».

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