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l'inchiesta
19 Marzo 2025 - 09:12
NAPOLI. «Carlo Giuliano è vivo per miracolo. Una pistola da 3.000 euro e si è spaccato il tamburo... Lui è scappato a piedi». Così Pasquale Ottaviano “’o gorilla”, uno dei cinque arrestati del clan Sesso del Pallonetto di Santa Lucia, ricostruiva l’agguato fallito in vico Solitaria del 16 ottobre 2023 nel corso di una conversazione registrata a sua insaputa. A sparare sarebbe stato Giuseppe Sesso, la cui pistola si inceppò due volte dando il tempo alla vittima di fuggire. Ma tutti gli indagati dell’inchiesta rispondono del tentato omicidio, ognuno con un ruolo diverso: Gennaro Sesso e Ottaviano presunti mandanti; Ciro Sesso per il concorso morale partecipando alla decisione; Ciro Lemaire con funzioni di “palo”.
In entrambi i casi l’arma puntata ha fatto flop contro Carlo Giuliano, estraneo alla guerra tra i Sesso e gli Elia ma nel mirino in quanto fratello di Antonio Giuliano. Quest’ultimo, con Mario Pariso, per la procura avrebbe fornito a Gennaro Belaeff la “Beretta” con cui è stato ucciso Pasquale Sesso, ma nei confronti di tutt’e due non c’erano indizi tali da far scattare una misura cautelare. Il caso (ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) è stato risolto dai poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura, che si sono avvalsi delle immagini della videosorveglianza e di alcune intercettazioni. Ma importante si è rivelato pure un audio registrato con un telefonino in casa di Ciro Parisi, figlio di Mario.
Il gruppo Sesso, come abbiamo raccontato ieri, pretendeva un risarcimento di 100mila euro per la morte di Pasquale Sesso e nel mirino finì il tassista incensurato al posto del padre, scomparso da Napoli nel periodo di maggior frizione tra la famiglia del Pallonetto e gli Elia, ras storici della zona. «Me ne devo andare da qua sopra?». «Se te ne devi andare o no, lo decidiamo noi». Ciro Parisi, con moglie e figli, hanno vissuto un periodo di grande paura e soggezione per le continue richieste di soldi. Il tassista rispondeva di non avere liquidità e preoccupato per l’incolumità soprattutto dei familiari, consegnò agli estorsori alcuni orologi Rolex per complessivi 150mila euro di valore.
Ma tutte le volte non bastava mai, al punto che l’uomo offrì la propria vita pur di vivere in pace: «Non ho più niente, uccidetemi, purché lasciate in pace loro (i congiunti, ndr)». Ma successivamente la scelta, più saggia, è stata quella di denunciare le minacce e le intimidazioni, a volte armate, al commissariato San Ferdinando. Giuseppe Sesso e Ciro Lemaire sono accusati anche dell’agguato a Fortunato Lequile, anch’egli estraneo ai contrasti tra i Sesso e gli Elia ma zio di Gennaro Belaeff, presunto assassino di Pasquale Sesso. I due indagati il 31 agosto 2023 sono stati ripresi da una telecamera di sorveglianza, grazie alla quale gli investigatori della polizia (coordinati dalla Dda) hanno visto il primo sparare senza colpire il bersaglio e l’altro togliergli la pistola da mano per far fuoco a sua volta, ancora a vuoto.
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