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20 Marzo 2025 - 08:56
NAPOLI. «Vi dovete mettere a posto». Lo zio di Ugo De Lucia (all’ergastolo per l’omicidio di Gelsomina Verde) avrebbe tentato il colpo grosso, chiedendo soldi “per i compagni” della Vanella Grassi agli operai di una ditta edile, a soli sette giorni dall’inaugurazione della prima associazione antiracket a Secondigliano. Ma non solo: l’appartamento in cui sono i corso in lavori di ristrutturazione finito nel mirino dell’indagato si trova proprio di fronte alla sede in corso Secondigliano appena inaugurata, simboleggiando in questo caso la lotta tra il bene e il male.
Per il 62enne Paolo De Lucia, dopo indagini a tambur battente della polizia di Secondigliano con il coordinamento della Dda, sono scattate le manette lunedì con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. In sede di interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Salvatore D’Antonio, avrebbe fatto ammissioni parziali escludendo il coinvolgimento del clan e di avere chiesto soldi per esso. Il penalista potrebbe nei prossimi giorni presentare un’istanza di scarcerazione. L’indagine è stata portata a termine dai poliziotti della squadra investigativa e operativa del commissariato Secondigliano (guidato dal vice questore Tommaso Pintauro con l’ispettore capo Luca Boccia), partiti dalla denuncia del rappresentante legale di una ditta che sta svolgendo lavori di ristrutturazione in un appartamento di uno stabile in corso Secondigliano.
Le indagini egli investigatori e in breve tempo il materiale probatorio raccolto è stato trasmesso al gip, che ha firmato il provvedimento restrittivo a carico di Paolo De Lucia, eseguito nella sua abitazione. L’indagato (comunque da ritenere innocente fino all’eventuale condanna definitiva) quattro anni fa incappò in un arresto simile. Fu accusato di aver chiesto il “pizzo”, insieme a tre complici, a un commerciante di Scampia durante le festività natalizie: soldi e telefoni iPhone della Apple. Ma la vittima sporse denuncia, esattamente com’è accaduto nella vicenda culminata nell’ordinanza di custodia cautelare emessa ed eseguita lunedì scorso.
Stavolta però, il 62enne avrebbe agito da solo. Paolo De Lucia, a differenza del nipote Ugo, non è finito mai sul banco degli imputati per fatti di sangue. Negli ultimi tempi secondo gli investigatori sarebbe vicino al ras Paolo Esposito di San Pietro a Patierno, altra zona considerata sotto l’influenza della Vanella Grassi (chiamata anche “Vinella”). Comunque, il quartiere Secondigliano non è cambiato molto negli anni post faida: gli Amato-Pagano hanno stabilito come centro dei loro affari i comuni di Melito e Mugnano, i Di Lauro hanno mantenuto territori e affari, la Vanella Grassi e gli Abbinante si sono divisi le piazze di spaccio, rimasto sempre il business principale soprattutto nel quartiere Scampia. Ciò non deve far pensare però, che il racket sia un’attività illecita secondaria per le cosche della zona. Il corso Secondigliano, pieno di negozi, non può non fare gola alla malavita organizzata.
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