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castellammare di stabia
20 Marzo 2025 - 09:01
CASTELLAMMARE DI STABIA. Altri 3 studenti hanno confermato le accuse contro l’insegnante di sostegno, da due mesi in carcere per l’ipotesi di abusi sessuali nei confronti di 7 alunni dell’Istituto comprensivo “Catello Salvati” di Scanzano, a Castellammare di Stabia. È proseguito ieri l’incidente probatorio, con le dichiarazioni rese dai sette ragazzini che hanno denunciato di aver subito quelle molestie durante l’orario scolastico e via chat. Ora quelle dichiarazioni sono delle prove a tutti gli effetti, anche se quelle accuse degli studenti lei le ha sempre negate.
La docente di sostegno è accusata di aver costretto sette ragazzini (tra cui anche l’allievo disabile di cui direttamente si occupava) a subire abusi sessuali: li avrebbe condotti a turni di due-tre alla volta in un locale appartato, soprannominato la “saletta”, ufficialmente per effettuare delle ripetizioni su argomenti per loro ostici; in realtà, in quel luogo li avrebbe costretti a visionare filmati a sfondo pornografico, ad apprendere “nozioni” a carattere sessuale e, nei confronti di uno dei bambini, anche a subire un rapporto sessuale.
Accuse confermate totalmente, secondo quanto si è appreso, dai sette alunni della scuola media Salvati, che in due giorni accompagnati dal legale che segue il loro caso, l’avvocato Antonio de Martino hanno risposto al gip del tribunale di Torre Annunziata, Luisa Crasta, nell'ambito del procedimento che vede in carcere dallo scorso 13 gennaio la docente trentasettenne. La stessa che due mesi prima, il 13 novembre 2024, fu aggredita da una trentina di genitori (insieme al padre, corso in suo soccorso, e alla vicepreside, accusata di avere coperto il comportamento dell'insegnante), dopo che le voci sui presunti abusi erano cominciate a circolare con insistenza.
A quella aggressione seguirono le denunce, prima dei genitori di un piccolo, poi di altri sei giovanissimi alunni (all’epoca dei fatti, dall’ottobre 2023 al novembre 2024, tutti minori di 14 anni) che avevano trovato il coraggio di raccontare quanto sarebbe accaduto prima nei locali della scuola e poi in un gruppo di messaggeria social denominato proprio “saletta”, creato a seguito della chiusura degli spazi utilizzati dalla docente. I circostanziati racconti acquisiti dalla polizia giudiziaria sono stati ripetuti sostanzialmente negli stessi termini in sede di incidente probatorio martedì sono stati ascoltati quattro ragazzi e ieri tre, compreso quello che sarebbe stato costretto a subire atti sessuali ed ora gli inquirenti ritengono di avere un “solido impianto probatorio” con cui affrontare un eventuale dibattimento.
Dal canto suo, la docente continua a dirsi innocente, ma nei giorni scorsi il gip ha respinto una richiesta di alleggerimento della misura cautelare nei suoi confronti, lasciandola in carcere.
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