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Spaccatura interna Elia-Sesso, ecco il movente della guerra

Il gruppo di Gennaro “ra nera” voleva il “pizzo” su una rapina di Rolex a una turista

Spaccatura interna Elia-Sesso, ecco il movente della guerra

Da sinistra in senso orario: Ciro Sesso, Gennaro Sesso, Giuseppe Sesso, Ciro Lemaire

NAPOLI. Starebbe nella rapina di un Rolex di elevato valore a una turista, compiuta il 30 giugno 2023 a Santa Lucia, l’origine della spaccatura tra i gruppi Sesso ed Elia del Pallonetto, prima uniti sotto la stessa bandiera. Il gruppo capeggiato da Gennaro “ra nera” voleva una tangente su quel colpo che, nella ricostruzione degli inquirenti e ferma restando per tutti la presunzione d’innocenza, fu rifiutata da Antonio Giuliano e Mario Pariso, suo zio, che avrebbero avuto la disponibilità del prezioso orologio.

Per tutta risposta Gennaro Belaeff, procuratasi un’arma da questi due, avrebbe ucciso Pasquale Sesso, fratello di Gennaro. È uno spaccato di camorra inquietante quello che emerso nel corso delle indagini sull’omicidio compiuto poco prima della mezzanotte del 5 luglio 2023. Da quel delitto, nella ricostruzione della polizia e della Dda, sarebbero scaturiti due tentati omicidi e un’estorsione del valore di 150mila euro in orologi Rolex, aggravati dalle modalità mafiose.

Gli autori dei reati, a seconda delle varie posizioni , sarebbero cinque esponenti del gruppo Sesso del Pallonetto, legato ai Mazzarella e in contrasto con gli Elia: Gennaro Sesso detto “Genny ra nera”, 40 anni, fratello di Pasquale; il nipote Ciro Sesso (figlio di Pasquale deceduto), 30; Pasquale Ottaviano, 45enne cugino del più noto Paolo e anch’egli nipote dei Mazzarella; Giuseppe Sesso, fratello di Ciro; Ciro Lemaire, 25enne.

Degli agguati falliti dovranno rispondere come esecutori materiali quest’ultimo e Giuseppe Sesso mentre per le minacce e la violenza privata sono accusati tutti e cinque gli indagati (da ritenere comunque innocenti fino all’eventuale condanna definitiva).

A condurre le indagini, coordinate dalla Dda, sono stati i poliziotti della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Giovanni Leuci, vicequestore aggiunto Luigi Vissicchio), i quali per l’omicidio di Pasquale Sesso sottoposero a fermo Gennaro Belaeff eseguendo un provvedimento restrittivo nel quale comparivano i nomi di Antonio Giuliano e Mario Pariso (indagati soltanto a piede libero) come coloro che avrebbero procurato l’arma all’assassino.

La circostanza arrivò all’orecchio dei componenti della famiglia Sesso che si misero alla ricerca dei due senza rintracciarli. Ma la vendetta sarebbe stata ugualmente consumato nei confronti di Ciro Pariso (figlio di Mario), minacciato, picchiato e costretto a consegnare alcuni Rolex per un valore di 150mila euro a titolo di parziale riparazione per il lutto subito.

A questa vicenda avrebbero tutti i cinque destinatari dell’arresto dell’altro giorno (dei quali tre erano già detenuti per altro e due, i fratelli Ciro e Giuseppe Sesso, si trovavano ai domiciliari). Inquirenti e investigatori hanno anche ricostruito i tentati omicidi di Fortunato Lequile, zio di Gennaro Belaeff, e di Carlo Giuliano, fratello di Antonio.

Gli agguati, che avrebbero rappresentato vendette trasversali, sono falliti tutti e due e le vittime nulla c’entravano con la guerra tra i Sesso e gli Elia, cui apparterrebbe Belaeff. Anch’egli, come Antonio Giuliano e Mario Pariso, da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.

Il provvedimento cautelare compendia l’inchiesta della Dda, cui ha contribuito il commissariato San Ferdinando guidato dal dirigente Emilio Basile, sul contrasto tra le famiglie Elia e Sesso che ha portato all’omicidio di Pasquale Sesso. Gli accertamenti effettuati, su quell’evento e sui successivi, hanno consentito di acquisire un quadro indiziario univoco a carico degli indagati, elementi di vertice dello storico gruppo con base nella zona del Pallonetto di Santa Lucia.

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