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L'operazione
23 Marzo 2025 - 09:14
Tenta truffa ad anziana e colpisce i carabinieri, arrestato
TRIESTE. È stata denominata “Fumo del Vesuvio” l’operazione dei carabinieri di Trieste e della locale Procura volta a contrastare le truffe agli anziani che ha portato a dieci arrestati, tutti napoletani, e alla denuncia di altre 29 persone.
Le indagini sono cominciate nell’estate del 2023 e sono proseguite con l’arresto di un 45enne, autore di una truffa avvenuta a Prosecco, e di due donne: le due, giungendo in treno a Trieste, avevano il ruolo di prelevare le somme racimolate dalle vittime in seguito al raggiro operato al telefono da un fantomatico avvocato o maresciallo dei carabinieri, che minacciava ingiuste conseguenze per un grave incidente stradale causato da un congiunto.
È stato poi il 45enne di origini campane a spiegare, dopo il suo arresto, il modus operandi ai carabinieri: veniva individuata una zona in cui agire, dove gli “esattori”, chi prelevava le somme dalle vittime, si recano nella prima mattinata. In quello stesso momento i “centralinisti”, chi effettivamente effettuava la chiamata telefonica, iniziava a battere il territorio effettuando decine di chiamate fino a quando, la malaugurata vittima, non cadeva nel tranello.
Gli esattori raggiungevano l’abitazione della vittima, dove prelevavano i proventi e fanno rientro alla base a termine giornata o anche immediatamente se un colpo è andato particolarmente bene. Dal 45enne e dalle due donne sono partiti due filoni di indagini distinte, che poi però hanno dimostrato diversi punti in comune: molti gli arresti e le denunce fra centralinisti ed esattori, con diverse figure che sono apparse in entrambe le inchieste, oltre all’origine campana dei soggetti individuati, l’identificazione di centralinisti comuni ai due gruppi come anche l’uso di medesime autovetture.
La collaborazione con i militari dell’Arma di Napoli ha permesso poi di individuare ulteriori soggetti e di scoprire truffe perpetrate in tutto il Nord Italia: Friuli, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Marche. Recuperati inoltre circa 150mila euro di proventi. Le indagini hanno acclarato l’esistenza di una strutturata di tipo piramidale che vede alla base gli esattori, al centro i telefonisti e al vertice gli organizzatori.
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