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L'appello
24 Marzo 2025 - 17:27
L'imprenditore Gianni Forte
Quasi 25mila firme per chiedere al Governo di intervenire a Barra, quartiere della periferia est di Napoli, con un programma di interventi che coniughi riqualificazione, sviluppo e sicurezza del territorio ricalcando la formula del “modello Caivano”.
La petizione lanciata a novembre dall’imprenditore Gianni Forte su Change.org ha raccolto un boom di adesioni (24.299 sostenitori), segno che un cambiamento concreto è fortemente desiderato da una fetta di popolazione che da decenni si sente ai margini delle azioni del governo locale: «Desideriamo vivere in in un quartiere che promuove l'istruzione, la cultura, la legalità e il rispetto per l'ambiente. Vogliamo un futuro migliore per i nostri figli e per le generazioni future - è uno dei passaggi della petizione - Qui alle porte della città, non esiste nulla - nessun cinema, gelateria, edicola, banca, boutique, né una piazza vivibile o un parco aperto. Peggio ancora, non c'è alcun presidio delle forze dell'ordine, un simbolo di legalità. Questa terra ha educato i giovani assassini di Pio Francesco Maimone e Santo Romano».
Questa petizione è stata consegnata venerdì sera, 21 marzo, dall’imprenditore Gianni Forte, impegnato da tempo per far sì che Barra ottenga il suo riscatto, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’incontro è avvenuto dietro le quinte dell’evento organizzato dalla Lega a Bagnoli.
Forte ha illustrato al ministro al ministro le problematiche sul territorio, chiedendo priorità per il rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine nel quartiere che paga la presenza pervasiva della criminalità organizzata e della micro-criminalità.
«Avere più forze dell'ordine sul territorio, poter contare su maggiori controlli sono fattori importanti per il ripristino della legalità, per dare serenità a cittadini e ai piccoli imprenditori. Ormai siamo diventati il “Parco verde" di Caivano», ha osservato Forte.
«Il ministro - ha concluso Forte - si è impegnato a valutare la questione. Speriamo che qualcosa possa realmente cambiare anche per il nostro quartiere».
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