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Amato-Pagano, “salvo” il narcos

Colpo di scena in Cassazione, ordinanza annullata per uno dei capi della holding

Amato-Pagano, “salvo” il narcos

NAPOLI. Colpo di scena, fuori il presunto narcos degli Scissionisti. La sesta sezione della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo, ha annullato l’ordinanza del tribunale del Riesame di Napoli che aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Emanuele Cicalese per la partecipazione a un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’aver agevolato il clan Amato Pagano. In particolare, secondo quanto affermato dai giudici di merito, Cicalese, conosciuto anche per essere il genero del boss Raffaele Amato, in questa associazione avrebbe assunto il ruolo di organizzatore anche per aver mantenuto i rapporti con i fornitori di stupefacente.

L’ipotesi accusatoria, però, è stata travolta dalla sentenza di della Corte di Cassazione, che accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo ha annullato il provvedimento del tribunale del Riesame, chiamato ora a un nuovo pronunciamento nelle prossime settimane. La retata era scattata a dicembre scorso e aveva portato all’esecuzione di ben 53 arresti. Il clan, dopo gli arresti dei capi storici, si era riorganizzato sotto l’egida delle sorelle Debora Amato e Monica Amato, figlie di Rosaria Pagano (che non figura tra gli indagati) e del defunto Pietro Amato. Oltre ai tradizionali traffici di droga, business principale della storica cosca con basi a Melito, Mugnao e Arzano, c’era di più.

Gli inquirenti hanno ricostruito l’attività di controllo delle aste giudiziarie, l’aggressione ai bonus fiscali, il racket spiegato dai maggiorenni ai minorenni: cosa dire e quando parlare in una specie di università del crimine organizzato. Importante era taglieggiare, incutere timore e portare a casa i soldi del “pizzo”. L’indagine, condotta dal centro Dia guidato dal dirigente Claudio De Salvo con il generale Michele Carbone, ha messo sotto i riflettori i discendenti degli Amato-Pagano, in uno scenario di infiltrazione criminale fondato sul rapporto tra detenuti e affiliati liberTra gli episodi più raccapriccianti quello di un padre che proponeva scherzosamente alla bimba di portarla con sé mentre compiva un’estorsione.

Dopo avere contato i soldi del “pizzo” accumulato fino a quel momento, circa 3.500 euro, l’uomo decise di passare a chiederlo anche a un bar e a una concessionaria. Dopo essersi messo in movimento in sella a uno scooter, incontra la compagna e la figlioletta, alla quale disse: «Mò babbo ti porta a fare l’estorsione». Per il protagonista dell’episodio il giudice ha disposto la custodia in carcere. Nel direttorio del clan, oltre a Debora Amato, c’erano Gennaro Liguori (marito della nipote di Raffaele Amato del ’65); Enrico Bocchetti ed Emanuele Cicalese e Domenico Romano (marito di Debora Amato). Per Cicalese, dopo il pronunciamento della Suprema Corte, il quadro indiziario potrebbe però subire presto un drastico ridimensionamento. La palla passa di nuovo al Riesame.

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