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CAMORRA
27 Marzo 2025 - 10:06
Nei riquadri gli imputati Pasquale Reale, Antonio Reale (figlio di Carmine), Patrizio Reale e Salvatore Nurcaro
NAPOLI. Pochi “sconti” e una sfilza di stangate. Il gotha del clan Reale di San Giovanni a Teduccio torna alla sbarra per il secondo pronunciamento della Corte di appello, chiamata a un nuovo verdetto dalla Cassazione dopo il ricorso del procuratore generale, e ne sono venute fuori cinque condanne, al netto di un paio di riduzioni, tutt’altro che soft.
I giudici hanno inflitto ad Antonio Reale (classe 1990) 28 anni e 4 mesi e ad Antonio Reale (classe 1991) 26 anni e 8 mesi. Per i presunti capi della holding dello spaccio con base al rione Pazzigno non sono però mancati alcuni importanti colpi di scena. La Corte ha infatti escluso il ruolo verticistico all’interno dell’organizzazione per Patrizio Reale, difeso dall’avvocato Antonio Abet, e Vincenzo Reale, che hanno rimediato così 11 anni e 8 mesi di reclusione a testa. Pasquale Reale se l’è cavata con 12 anni e 6 mesi, mentre Salvatore Nurcaro, conosciuto anche per essere scampato al clamoroso agguato di piazza Nazionale, è stato condannato a 18 anni di carcere.
In primo grado - il processo era stato celebrato con il dibattimento davanti alla settima sezione penale del tribunale di Napoli - il pm aveva avanzato le seguenti richieste di pena invocate: Antonio Reale (classe 1991), 30 anni di reclusione; Vincenzo Reale, 27 anni; Francesco Ruggiero, 14 anni; Alessio Annunziata, 14 anni; Salvatore D’ambrosio, 14 anni; Ciro Grandioso, 18 anni; Antonio Graziano, 14 anni; Giuseppe Limatola, 18 anni; Luigi Luongo, 18 anni; Vincenzo Morra, 14 anni; Antonio Nurcaro, 3 anni; Mario Nurcaro, 3 anni; Salvatore Nurcaro, 30 anni; Raffaele Nurcato, 14 anni; Raffaele Oliviero, 14 anni; Antonio Reale (classe1990), 30 anni; Mario Reale, 30 anni; Pasquale Reale, 28 anni; Patrizio Reale, 27 anni; Claudio Riccardi, 14 anni; Francesco Rinaldi, 9 anni.
Chiesta invece l’assoluzione dall’accusa associativa per Anna Presutto, Francesco Rinaldi e Pasquale Esposito. Il blitz da cui è scaturito il processo definito ieri era scattato nell’agosto del 2019, quando la polizia ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti affiliati, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, trasporto, commercializzazione e vendita di stupefacente, estorsione, ma anche detenzione illegale di arma da fuoco, per conto del clan Reale-Rinaldi.
Gli elementi acquisiti avevano consentito di ricostruire l’operatività dei Reale con particolare riferimento alla gestione delle piazze di spaccio. Business che costituisce una delle ragioni del ventennale scontro tra il cartello Reale-Rinaldi e i Mazzarella. Tra i destinatari del provvedimento c’era anche Nurcaro, uno dei presunti capi dell’associazione riconducibile ai Reale, che il 3 maggio 2019, era rimasto vittima, in piazza Nazionale, di un agguato nel corso del quale era stata ferita per errore anche la piccola Noemi. Un agguato scaturito da un debito di Nurcaro nei confronti del clan Formicola.
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