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28 Marzo 2025 - 08:35
NAPOLI. Neanche il tempo di approdare al verdetto, che il processo di primo grado chiamato ad accertare le responsabilità del ras Giuseppe Prinno su un’estorsione ai danni di un ex marittimo riserva subito un inatteso colpo di scena. La prima sezione penale, collegio B, del tribunale di Napoli ieri pomeriggio ha disposto l’immediata scarcerazione del 69enne capozona di Rua Catalana. Una decisione, quella del collegio presieduto dal giudice Stefania Daniele, di cui ha beneficiato anche il coimputato, il nipote Dario Prino, anch’egli tornato completamente a piede libero. Il “ribaltone” è maturato nel corso dell’istruttoria dibattimentale.
La difesa di Giuseppe Prinno, rappresentata dagli avvocati Leopoldo Perone e Antonio Rizzo, e di Dario Prinno, assistito da Arnaldo Bernini, ha infatti rilevato che la persona offesa era indagabile per una sospetta attività di usura. Tanto che l’ex marittimo, nell’udienza 21 marzo, era stato anche sentito in qualità di imputato in procedimento connesso, avvalendosi però della facoltà di non rispondere. Preso atto dell’indebolimento del quadro probatorio, i giudici del dibattimento hanno quindi disposto l’immediata scarcerazione di Prinno e del nipote, che già ieri sono così tornati a piede libero. La scarcerazione del primo, in particolare, potrebbe però adesso innescare più di qualche fibrillazione nella zona del centro storico e di piazza Bovio, storica roccaforte del clan, insieme alla famigerata Rua Catalana.
I due imputati erano stati arrestati a dicembre 2023. «Ti sei fatto i soldi in questi anni, eh?». Così Giuseppe Prinno, componente di primo piano della famiglia di Rua Catalana imparentata con i Mazzarella, si rivolse con fare provocatorio a un ex marittimo del suo stesso rione che conosceva da anni. Ma la frase era prodomica a una successiva richiesta di pizzo: «Devi darmi 5.000 euro per i carcerati, vedi come devi fare». E alle spiegazioni della vittima, «non sono ricco e non ho questa somma», il 18 novembre precedente era scattata la punizione: un pugno al volto contro il pensionato e poi calci alle gambe, cui avrebbe partecipato anche il nipote Dario Prinno, incensurato.
Entrambi erano così stati arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Decisive (ferma restando la presunzione d’innocenza per gli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) si sono rivelate tre circostanze: le due denunce, il 16 e il 20 novembre 2023, presentate dalla parte offesa alla polizia; le immagini della videosorveglianza e il referto dell’ospedale dei Pellegrini con 7 giorni di prognosi per le contusioni riportate. Al momento del blitz Giuseppe Prinno era tornato in libertà da pochi mesi, precisamente dal 25 maggio 2023, dopo 15 anni di ininterrotta detenzione per associazione per delinquere di tipo mafioso. Un profilo criminale, il suo, di importante caratura, motivo per cui gli inquirenti osservano ora con attenzione la sua scarcerazione.
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