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Balneari, l’Europa detta le leggi

Criteri stringenti per le nuove concessioni e soprattutto per gli indennizzi. Preoccupazione fra i gestori campani

Balneari, l’Europa detta le leggi

NAPOLI. Il governo italiano dovrà stabilire criteri quantificabili per i bandi relativi alle concessioni balneari, escludendo sovracompensazioni per gli operatori uscenti. Non saranno ammessi nel calcolo degli indennizzi il valore aziendale e l'avviamento, e sarà vietato richiedere fidejussioni al nuovo titolare, al fine di non penalizzare i giovani operatori che aspirano ad entrare nel mercato, anche in Campania. Queste sono le stringenti direttive imposte dall'Unione Europea al decreto indennizzi, che il ministro Salvini ha confermato essere in fase di emanazione entro marzo e dunque a ore, e che conterrà i decreti attuativi per i bandi di riassegnazione degli arenili, da concludersi entro il 2027.

La lettera predisposta dalla Direzione generale Mercato Interno e Pmi dell'Ue (Dg Grow) ha destato però preoccupazione tra le categorie degli operatori balneari, anche in Campania, regione con un'ampia tr adizione turistica costiera che lamenta direttive poco chiare da parte della Regione e dei Comuni ai quali sono stati affidati i termini. Nonostante le rassicurazioni di Salvini, che durante gli Stati generali del turismo balneare organizzati da Sib-Confcommercio ha citato la lettera ricevuta dall'Ue, affermando che il governo non cambierà linea sulla «battaglia storica della Lega e che il decreto sarà redatto autonomamente per garantire indennizzi veri, non mance», Bruxelles ha ribadito alcuni punti fondamentali.

In particolare, l'Ue ha chiarito che non rientreranno nel calcolo degli indennizzi le strutture non realizzate legalmente con l'autorizzazione dei Comuni, le opere non amovibili per le quali i Comuni hanno ordinato la demolizione, le strutture fisse e quelle di "difficile rimozione" acquisite dallo Stato. Sono escluse dagli indennizzi anche le strutture rimovibili, in quanto il concessionario uscente avrà la possibilità di mantenerle o rivenderle, poiché l'investimento è considerato parte del rischio d'impresa. In questi ambiti rientrano quindi le palafitte che rappresentano la gran parte delle strutture degli stabilimenti napoletani e campani essenso la costa prevalentemente a carattere scogliosa.

Queste direttive europee pongono delle sfide significative per il settore balneare in Campania, dove numerose attività sono gestite da operatori che hanno investito nel tempo per migliorare e valorizzare le proprie concessioni. La necessità di adeguarsi ai nuovi criteri imposti dall'Ue richiederà un impegno importante da parte delle istituzioni regionali e locali, al fine di garantire una transizione equa e sostenibile per il settore, tutelando al contempo gli interessi dei consumatori e promuovendo la concorrenza.

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