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l'allarme
01 Aprile 2025 - 09:10
NAPOLI. Il pericolo di crollo dello storico Sferisterio provato più volte dal bradisismo è momentaneamente arginato. New jersey in cemento e reti metalliche a protezione dell’area circostante sono state poste da Napoli Servizi dopo il sequestro del 24 marzo scorso dei carabinieri. Il Comune aveva intimato illo tempore il proprietario della struttura ad eseguire interventi per metterla in sicurezza. Abbandonata e ormai priva del tetto attende da tempo la riqualificazione è rimasta solo sulla carta. Un progetto ambizioso ne prevedeva la sua trasformazione in polo sportivo.
L’ex Sferisterio, completato negli anni Cinquanta, era un luogo dove si disputavano incontri di pelota basca, ping pong e tamburello. Il primo danneggiamento iniziò in seguito al terremoto del 1980, e due anni dopo un’escalation di eventi dolosi, una bomba e poi un incendio, ne causarono il suo definitivo decadimento nel 1986 anche sotto il profilo architettonico. Negli anni a seguire fu posto sotto tutela della Soprintendenza dei Beni Culturali. Attualmente viene visto dai residenti del quartiere come un serio pericolo per l’incolumità pubblica trovandosi su un’arteria frequentata come via Giulio Cesare. Ma non c’è solo lo Sferisterio.
A rischio crollo anche un vecchio palazzo puntellato e abbandonato al civico 43 di via Consalvo che fa tremare gli abitanti, che risulta lesionato e annerito, già provato da scosse telluriche e da crolli di calcinacci. «Quasi un anno fa abbiamo scritto una lettera al Prefetto, al sindaco Manfredi e al Capo Dipartimento della Protezione civile per chiedere un intervento risolutivo e immediato nei confronti dei proprietari che avrebbero abbandonato l’idea di ristrutturare l’edificio, lasciato all’incuria da circa 40 anni, ma tutto inutile» spiegano.
Nella lettera i cittadini sottolineano “la pericolosità del fabbricato chiuso da 30 anni senza che i proprietari se ne prendano cura e che rappresenta un pericolo per la comunità”. In realtà i palazzi al civico 43/49, circa 35 anni fa erano entrambi abitati ma a causa di continue perdite d’acqua subirono un forte dissesto con la chiusura delle forniture. Come raccontano i residenti «facemmo causa e dopo 20 anni di lotta fummo riconosciuti e risarciti. I proprietari del numero 49 ristrutturarono le loro proprietà, mentre quelli del civico 43 chiesero l’abbattimento e la ricostruzione, ma gli fu negato dal Comune. Potevano solo ristrutturare.
Così ritirarono la quota dell’assicurazione e lasciarono tutto come sta». Nelle vicinanze del civico 43 sono presenti un bar, un barbiere, un parrucchiere. Più avanti altre attività commerciali e due scuole. A Fuorigrotta strutture obsolete non mancano, come il Mario Argento, in via Barbagallo, un tempo luogo dello sport e di spettacoli e concerti dal vivo, ora ridotto in macerie. Cosa se ne vorrà fare? Non si sa. Ma parliamo anche di vecchi edifici ridotti a ruderi come quello sito a Bagnoli in via Ilioneo, puntellato dal 2001, che attende abbattimento o ripristino.
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